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Ventiquattresimo giorno

Lunedi 26 novembre

Come andò che passai da Barcellona senza essere in Catalogna, e sorseggiai la birra 'Messina' a Venetico Marina



I l lunedì mattina era piovoso, e ho dormito fin nella tarda mattinata. Sapevo già che mi attende ora una parte di salita piuttosto lunga, fino a Tyndari, sito di un antico santuario posto in cima ad un alto promontorio. Innanzitutto mangiare: Dapprima durante la ascesa verso Patti centro ho fatto una sosta al supermercato ALIS in via Kennedy. Più tardi in un altro sobborgo di Patti ho comprato della frutta alla CONAD. Qui mentre mi stavo servendo al banco della frutta una voce perentoria da dietro le mie spalle mi ha ammonito: “Halt, non toccare, faccio io!
Era l'addetta alla frutta e verdura, che doveva impedire che qualcuno potesse infettarla toccandola senza quei fastidiosi guanti di plastica fine.

Tyndari


Dopo aver raggiunto con tutta la calma necessaria la cima dove si trovano i resti di questo tempio, che avrei volentieri visitato se non avessi avuto una certa fretta, sono sceso giù verso il paese di Falcone. Su quel tratto di strada in discesa, su cui ritornava a battere il sole dopo la pioggia mattutina, c'era sul ciglio della strada un gattino nero di pochi giorni che mangiava con appetito dalle viscere di un coniglio appena morto.
Ho passato il paese di Falcone, e nel pomeriggio mi sono fermato a prendere un the offerto nel paesino di Vigliatore, al “Sir Bar”. Lì ho preso una lunga pausa parlando un po' con alcuni avventori, e improvvisamente mi sono reso conto che qui in Sicilia si vedono auto che nell'Italia peninsulare e continentale sono pressochè estinte. Dev'essere come per la teoria evoluzionistica, dove con la deriva dei continenti certi animali rimasti isolati sulle isole, come in Oceania, si conservano più a lungo, senza subire la minaccia di specie animali concorrenti.
Dopo un'oretta mentre viene buio arrivo a Barcellona Pozzo di Gotto. Qui faccio una piccola scorta di frutta: i buonissimi Loti, piccoli kaki che si sciolgono in bocca, i fichi d'india, le arance e i mandarini.

Barcellona di Sicilia


Nono sono ancora entrato in una trattoria locale qui in sicilia: semplicemente non ne trovo alcuna! Solo ristoranti Gourmet per i turisti che d'estate imperversano su queste coste.
La strada dopo Barcellona diventa assai trafficata. Ad un certo punto mi ritrovo su una strada a 4 corsie con una segnaletica ambigua. Tanto che ad un certo momento mi fermo ad un semaforo e faccio per chiedere all'automobilista fermo alla corsia alla mia sinistra. In quell'istante questa auto viene tamponata da un furgone, il cui autista si era distratto a guardare il retro del mio veicolo.
Poi mi fermo da un negozio di alimenti locali, e lì il signore e la moglie polacca mi raccontano come fosse la strada fino a Messina: a Villafranca devo scegliere se fare una difficile strada a tornanti, o una più comoda ma pi`lunga strada costiera. La donna polacca mi chiama “globetrotter”, ma io smentisco energicamente: non sono nè un globetrotter, nè un vagabondo!
Arrivato a Pace del Mela nella frazione di Giammoro vado su internet presso un tabacchino, “L'angolo del quotidiano”. Mentre sono là seduto al computer nel retro del negozio si assembra della gente attorno al veicolo parcheggiato sul marciapiede, ma il fatto che ci sia anche un giornalista locale che mi voglia parlare non mi entusiasma troppo.
L'ultima sosta della giornata é stata a Venetico Marina, una delle località della riviera a est di Milazzo. Sotto i portici sulla via Nazionale c'é un bar, dove posso trascorrere la mia se Dio vuole ultima serata in Sicilia.
Il barista é un simpatico ometto di cultura non indifferente. La mia prima impressione é stata che fosse un lavoratore maghrebino, salvo poi accorgermi presto che é un siciliano purosangue, e che lavoratore immmigrato lo é stato, ma in Svizzera. É incredibile constatare quanto soprattutto nella popolazione costiera l'influsso della dominazione araba sia ancora così presente. Ho cominciato con l'ordinare un the, e quando il the é finito, ho chiesto di provare una di queste ciotoline di cibo già cucinato e surgelato, che costano poco più di tre euro, da riscaldare e pronte da servire, e ho scelto fra i piatti disponibili la paella. Era commestibile, ma si sente che non é tutta roba surgelata. Per accompagnare il pasto ho pensato di ordinare finalmente una birra Messina, che da giorni ero curioso di assaggiare. Non pensavo che anche la birra fosse un prodotto tipico della sicilia. D'altronde, come già ho considerato, la Sicilia ha una varietà notevole di climi e di ambienti, per cui se da una parte il suolo é desertico e secco, sulle montagne abbonda l'acqua e fa freddo come in Nordeuropa. Non so se però il luppolo lo coltivano qua o lo importano.
Il barista dice che nella riviera a est di Milazzo c'é praticamente solo un albergo, che é proprio lì a Venetico marina, e l'unico altro sarebbe tornando indietro verso Milazzo.
No, piuttosto che tornare indietro vado avanti di notte verso Messina! Il barista Claudio mi offre una briosche che potrò tenere per la colazione di domani, e mi augura un buon proseguimento. Lungo la via Sicilia che porta al bed&breakfast “baia di Ulisse” ho incontrato un negozio di ceramiche “ceramica & dintorni” molto interessante dove avrei voluto soffermarmi più a lungo. Ma non era il momento ed ero piuttosto preoccupato di sistemarmi per la notte.
Il bed&breakfast “baia di Ulisse” é una struttura di lusso, lo si vede subito anche dal di fuori. E il lusso generalmente costa caro. Ma non c'erano altre strutture nei dintorni, quindi ho dovuto comunque tentare di patteggiare un prezzo adatto alla mia condizione di viaggiatore senza troppe pretese. Se i prezzi minimi per la bassa stagione si aggirano comunque al di sopra dei 50 € a notte, il direttore dell'albergo viste le circostanze ha voluto fare una eccezione.
Avrei dormito in una stanza per 35 €, ma senza la colazione.
Intanto anche i più giovani componenti della famigliola che lavora nell'albergo, e di cui ho interrotto con il mio inaspettato arrivo il pasto serale, si interessavano di come e perchè fossi capitato là da loro e con quell'inusuale mezzo di trasporto.
La stanza era bella, pulita e ordinata, con un letto a due piazze, climatizzazione, televisore con decoder satellitare, scrivania, addirittura avrei potuto ricevere la connessione a internet nella stanza, per collegarmi con il mio computer. Inoltre il sistema di apertura e chiusura delle porte é gestito da una scheda magnetica, e non ci sono buchi della serratura.
Anche oggi posso addormentarmi in piena rilassatezza e su di un buon letto pulito.
Così si concludeva il mio lunedì 26 novembre 2007, il terzultimo giorno di viaggio.

L'indomani sarei finalmente sbarcato sul suolo Calabrese.





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