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Il risciò: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? in risciò da Genova a Roma
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Prologo

Come andò che prima dell'arrivo dell'inverno risalii in sella al mio risciò diretto verso Sud.


L o scorso 15 settembre sono arrivato a Genova, concludendo cosí il mio primo viaggio transnazionale su un risció a sola energia metabolica.
Detto cosí sembrerebbe chissa quale impresa... invece in fin dei conti é risultata una esperienza neanche tanto faticosa.
Ero partito da Monaco di Baviera il 24 Agosto, e senza incidenti né gravi rallentamenti ho attraversato i maggiori centri della pianura padana, sostando ogni notte in una località diversa, incontrando tanta gente diversa, discutendo con le opinioni e le culture piú differenti.
Dopo il mio arrivo a Genova il 15 di settembre, per alcune settimane ho continuato ad usare il risciò come la mia “utilitaria” privata, fino al mio ritorno a Monaco i primi giorni di ottobre.
Nel corso del mese di ottobre ho riflettuto sulla possibilità di continuare a viaggiare prima dell'arrivo dell'inverno lungo una rotta che ho sovente percorso in treno o in automobile, ma che per quanto riguarda le contrade attraversate mi é del tutto sconosciuta. Sto parlando del tragitto Genova-Roma, un percorso che oggigiorno in treno non richiede piu di 6 ore e che puó venire a costare anche molto poco, a seconda delle offerte dei gestori delle ferrovie.
Ma perché non vivere almeno una volta piu a fondo questo percorso, piú in libertà, e nel massimo rispetto dell'ambiente, e compiere cosi il tragitto con un risció carico del nostro bagaglio, e con due posti a sedere liberi, nell'evenienza di dover o voler dare un passaggio ad ulteriori compagni di viaggio?

Con questi presupposti e con molto meno preparativi rispetto al viaggio precedente partivo in treno da Monaco di Baviera la sera del 1. novembre 2007 per raggiungere Genova nella mattina del 2 novembre e ripartire per Roma il giorno successivo.
Il 2 novembre non ho voluto perdere e lasciar perdere ai miei genitori l'occasione di assistere ad una interessante conferenza organizzata nell'ambito del Festival della Scienza, a cui partecipavano importanti scienziati italiani e fra di essi Maurizio Pallante, un interessante saggista che ci puó aiutare con i suoi discorsi a mettere in atto quel buonsenso che la società del consumo tende a farci perdere. Cosi siamo partiti in risciò da casa nel Ponente genovese nel primo pomeriggio per andare al Porto Antico a vedere questa conferenza.

Nella sala "Libeccio" dei magazzini del cotone del Porto Antico si fronteggiavano posizioni diverse.
Da una parte scienziati autorevoli che sostenevano lo sviluppo così come purtroppo la maggior parte della gente lo intende: più energia, più consumo, più meccanizzazione, un occhio benevolo verso la ricerca del motore a idrogeno o comunque del motore che si alimenta con un niente, necessitá di ripensare l'atomico come fonte di energia, fiducia negli stati e nei grossi detentori di capitali, che se investono così tanto in cose come la ricerca del motore a idrogeno un motivo pur ci sará.
In particolare la questione del motore a idrogeno ha destato in me una certa smania di urlare qualcosa a quel pubblico composto da ingegneri, fisici e altri esponenti delle scienze esatte.
Ma naturalmente non ho detto niente, sarei stato solo frainteso, e poi non sono un buon oratore.
Quello che volevo raccontare a proposito della tecnologia dell'idrogeno, e che è piuttosto chiaro a chiunque: se uno stato investe tanto in un settore della ricerca questo non significa automaticamente che valga la pena di sperare in un esito davvero costruttivo.
Qualche secolo fa l'imperatore austriaco Rodolfo II aveva chiamato a corte un nutrito cenacolo di scienziati (cioè ciò che allora rappresentavano gli alchimisti) con lo scopo arcano di tramutare il piombo in oro.
Che io sappia non ci riuscirono mai, e all'epoca probabilmente qualche vocina avrà detto:"ma cosa va a mantenere questo stuolo di stregoni a corte, non potrebbe fare qualcosa di utile per lo Stato", mentre molte altre voci avranno detto:"Bene, se egli investe così tante risorse per questa ricerca un fondo di verità ci deve pur essere!".
Che l'imperatore stesso credesse davvero che materialmente si potesse tramutare il piombo in oro non mi sembra neanche così scontato, ma quel che a me appare certo è che il fatto di riunire tante intelligenze per fare della ricerca, ed esserne mecenate, gli ha creato un certo lustro. Infatti ancora adesso a Praga si scrivono e leggono leggende su di lui e sulla ricerca della pietra filosofale.

Lo stesso ruolo della pietra filosofale ricoprono nel nostro immaginario collettivo queste ricerche incredibili che i nostri stati patrocinano e finanziano generosamente.
In particolare la combustione ad idrogeno è un elemento che compone per esempio in Baviera, lo stato in cui trascorro il più del mio tempo, un tassello nella sua immagine modernista:
mi dicono che ci sono in tutta la Baviera n° 1 aree di servizio dove poter fare il pieno di idrogeno. È presso l'aeroporto, dove i visitatori stranieri possano constatare: "Ah, il progresso è qui".

Io non lo so se sará mai possibile spostarsi su dei mezzi superveloci da una parte all'altra della Terra senza inquinare, probabilmente no.
Ma nel dubbio la coerenza comanda di non scommetterci , ed essere preparati a farne a meno. Anche perchè se anche la ricerca dovesse arrivare a dei risultati, anche fra venti o trent'anni, e l'industria dovesse costruire una enormità di nuovi veicoli che non inquinano, mi sa dire qualcuno se è possibile che questo non inquini di più che tenersi i veicoli che già ci sono e usarli con misura?

Il fatto che gli scienziati dibattenti non mettessero affatto in discussione che il progresso dell'industria e l'alimentazione dell'attività industriale siano obiettivi da perseguire e mantenere, se possibile anche da accrescere, mi ha fatto letteralmente rabbrividire.
Non si guarda a un palmo dal propro naso!
D'altra parte questi ricercatori grazie a questo ordinamento tecnocratico portano a casa uno stipendio decente; che motivo avrebbero di metterlo in dubbio?
Dove sta il buonsenso?
Durante il Terzo Reich 'buonsenso' in Germania significava finanziare l'industria bellica.
Oggi da noi 'buonsenso' significa finanziare l'industria e basta, senza neanche il pretesto della guerra.

Per gli antichi Egizi 'buonsenso' significava prodigarsi in grandiose imprese per il lustro del faraone, ma almeno in quella altrettanto pazzesca situazione culturale non si veniva a danneggiare in misura abnorme la base della sopravvivenza dell'uomo sul Pianeta, cioé l'aria e l'acqua!

Verso le 18.30 siamo ripartiti per tornare a casa e con tutto il traffico del venerdi sera siamo arrivati a casa per le otto.



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