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Il risciò: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? In risciò da Genova a Roma
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Decimo giorno

Lunedi 12 novembre

Come andò che da Follonica pedalai in mezzo a pinete e a dolci colli fino a Castiglione della Pescaia, e sulla strada piana per Grosseto mi fermai a dormire in un accogliente agriturismo.



L a mattina appena svegliato e ricomposto mi sono affrettato a scendere per constatare che il veicolo non era stato danneggiato da qualche malvivente. Era tutto in ordine, e ho rimesso tutte le cose al loro posto, che ieri avevo levato via per sicurezza. Anche oggi é una splendida giornata, e per prima cosa mi sono diretto alla posta, che é di fronte alla stazione di Follonica, per prelevare un po' dei soldi che avevo depositato a Borghetto di Vara. Nell'ufficio postale c'era una coda molto stitica di gente, così ho preso un numerino e ho calcolato che dovrei aspettare almeno un quarto d'ora. Perciò intanto sono andato nella paninoteca express di fronte alla stazione a prendere un cappuccino e un cornetto caldo.
Niente, dopo un quarto d'ora non si era mosso molto. Allora sono ritornato fuori e mi sono seduto sul sedile posteriore del risciò, e ho concentrato la mia attenzione sul pino domestico che si innalzava dalla piazza della stazione. Era fantastico. Certo dal litorale toscano qualcuno si asppetterebbe forse una qualche descrizione delle bellezze femminili, ma vi assicuro che in generale la presenza umana anche in questa città, eccetto tutta la folla di pensionati che intasava la posta, era molto rarefatta.


Dopo aver finalmente prelevato il denaro, per lasciare il paese mi sono diretto in giù verso la pineta litoranea. Un altro ambiente indescrivibile. Alzando lo sguardo al cielo in mezzo a quegli alberi i rami che si irradiavano da ogni tronco formavano figure imprevedibili che si stagliavan sull'azzurro del cielo.

la pineta più bella che abbia mai visto


Se invece si guardava per terra, si potevano vedere delle mastodotiche radici che correvano fin fuori dell pineta, sulla strada attigua, formando delle dune nell'asfalto, che infatti ieri sera arrivando avevo avuto occasione di sentire sotto le ruote ma non di vedere.
Poco a sud di Follonica presso Puntone (frazione di Scarlino) la strada comincia a inerpicarsi su per una cresta collinare. Poco oltre il porticciolo di Puntone mi sono fermato per riposarmi prima della salita al Bar Puntone. La c'è un vecchio marocchino che porta su una vecchia auto delle merci di dubbia provenienza fra Roma e Milano. Piglio uno sciroppo alla menta e ascolto la gente che parla così strano. Per esempio ad un cane nero che scappa via un uomo dice “heniha hanino” cioè “vieni qua cagnetto” e ho ripetuto compiaciuto questa espressione come un bambino che impara una parola nuova; in particolare in presenza di un esponente del mondo arabo questo suono aspirato assumeva un tono particolarmente esotico. Avrebbe potuto essere anche arabo: “Henihahanino”!
In cima ad una salita abbastanza dura ma anche breve mi devo fermare in una piazzuola di sosta occupata da una voluminosa passeggiatrice Nigeriana per togliermi i pantaloni lunghi - troppo haldo - e lei mi chiede: “Ma tu non bisogno scopare?”. E cerco di spiegarle che comunque l'andare in bicicletta in genere distoglie dalla sessualità, e che comunque ci sono anche altre cose bellissime nella vita oltre a “scopare”, soprattutto quando si é in viaggio. Sicuramente se questa cicciona si muovesse in bicicletta come me questo non potrebbe che giovare anche al suo lavoro.
Poi viene una bella discesa ripida. Là c'è una ragazza carinissima che abita a Pian d'Alma che mi ha sorpassato in auto e che mi aspetta con la macchina accostata. Quando le passo oltre di corsa mi grida “O ma chi ssei?” Oddio, ogni tanto temo che qualcuno mi scambi per una rivelazione divina, come i popoli del Nuovo Mondo quando videro arrivare i conquistadores in groppa a bizzarri animali con gli zoccoli!

Da Pian d'Alma si va a salire dolcemente, quindi a ridiscendere a tratti anche abbastanza ripidi fino a Castiglione della Pescaia.
Bellissima cittadina, vista da sud è una sagoma armoniosa, come un panettone civico che si erge sulla costa, e sovrastata da questo bastione mediceo. Mi sono seduto a mangiare una sostanziosa coppa di gelato in un bar del centro storico, a fianco di una tavolata di ragazze russe, probabilmente appena reduci dalla stagione lavorativa estiva, e accanto ad un tavolino di giocatori di carte, di cui tutti piuttosto minuti salvo uno, che era senza esagerare il doppio più grosso degli altri, nelle cui mani le carte apparivano come dei francobolli. Un curioso quadretto, ma nessuna foto...immaginatevelo.
Prima di lasciare il bel borgo di Castiglione mi sono voltato indietro per disegnarlo, pur accecato dal sole. Ha proprio la forma di un panettone.

Castiglione della Pescaia


Da Castiglione fino a Grosseto la strada é perfettamente piana, e ho cercato di arrivare fino a Grosseto ancora con gli ultimi chiarori della giornata, ma alla fine era diventato buio e mancavano ancora alcuni chilometri. Perciò ho pensato di provare a trovare un pernottamento fra tutti questi agriturismi che vengono indicati dai cartelli a lato della strada.
Una di queste vie sterrate che intersecano la strada 327 per Grosseto, la strada del Poggiale, mi ha condotto all'agriturismo “La Spiga”, dove mi é stato offerto un intero appartamento, con cucina, bagno, letto matrimoniale e ogni cosa, per un prezzo davvero amichevole. La signora é stata molto premurosa e mi ha offerto un po' della torta che aveva appena fatto. Per cena mi é stato possibile cucinare un po`della pasta ricevuta a Livorno insieme con una scatola di fagioli, cumino, e olio di oliva che si trovava già nella cucina. Dopo cena ho sorseggiato qualche bicchiere del Campari che ho ugualmente trovato in cucina, mentre lavoravo al computer e ascoltavo un po' di musica. Una piacevole serata casalinga.



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