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Il risciò: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? In risciò da Cittanova a San Giovanni Rotondo
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Ottavo giorno:
Cariati-Rossano Calabro-Sibari-Trebisacce

Domenica 30 Maggio 2010

Come andò che attraversai la umida e calda piana di Sibari, fra aroma di liquirizia ed epifania di agrumi



L'alba del nuovo giorno a Cariati: ho lasciato l'albergo tirandomi dietro la porta verso le 6 del mattino. Pochi minuti dopo, in sella al risciò, assistevo al concerto mattutino dei tordi in volo, che rompevano la calma assoluta di questo inizio di domenica.

viaggio in risciò - mattino a Cariati, il volo dei tordi

Dopo un necessario cappuccino con la briosche in un bar già aperto, sono ritornato a percorrere la statale 106, che ora lentamente si inoltrava nel territorio pianeggiante costiero ai piedi dei rilievi della Sila Greca.
Qui torre Tecla, una delle numerose torri medievali con vista sul mare.

viaggio in risciò - s.s.106, torre tecla

Qui la presenza sul ciglio della strada di fieri bovidi al pascolo ci ricorda che sono stati questi animali, che probabilmente i primi coloni greci trovarono su queste coste in gran quantità, a dare lo spunto per il nome greco che ricevettero le popolazioni della penisola italica (vitelli=vituloi=italoi)

viaggio in risciò - s.s.106, Tori e mucche

Un aspetto tragico di questa strada che ormai percorro da una settimana, e che continuerò a seguire fino a Metaponto, è che nella mia dimensione lenta vedo e sento cose che l'automobilista sorvola, e che anche io sorvolerei volentieri, ma le condizioni me lo impediscono: quasi ad ogni piè spinto si ci imbatte sul ciglio della strada in cani stritolati dalle ruote di un autotrasportatore, o gatti o volpi che hanno fatto la stessa fine. Vittime della velocità delle automobili, e del menefreghismo dei loro padroni.

viaggio in risciò - s.p.58, gatto trucidato dal traffico automobilistico

Presso Torre Tecla sono quasi preso da conati di vomito, oltretutto, ci sono cani vivi, presumibilmente abbandonati da poco, che corrono come dannati sulla carreggiata, abbaiando ad ogni auto che passa, e pensare al loro destino mi rattrista: o schiacciati da autoveicoli che utilizzano questa strada statale alla stregua di un'autostrada, o irrandagiti, riuniti in branchi famelici, pronti ad attaccare in gruppo quello che sarebbe il loro migliore amico, l'uomo, o accalappiati e rinchiusi in un canile come questo, direttamente adiacente alla strada. Gli ululati di quella moltitudine di cani abbandonati e rinchiusi stringe lo stomaco.

viaggio in risciò - s.s.106 jonica, canile

Non avevo mai potuto fino a ora unirmi al coro sdegnato di coloro che pubblicamente denunciano il fenomeno dell'abbandono dei cani.
Durante questo viaggio il mio naso ed i miei occhi sono pieni di disgusto, l'aria umida e calda è fetida delle viscere putrefatte , a volte addirittura si incontrano grotteschi cadaveri i cui gas intestinali fermentando sotto il sole deformano la carcassa rendendola un pallone gonfiato

Presto ho raggiunto la località marittima di Mirto.

viaggio in risciò - s.s.106 jonica, casa cantoniera

Qui ho fatto una pausa di metà mattinata in un bar-pasticceria-internet-cafè, chiamato "Happy Hour". qui ho dapprima mangiato un bel cannolo ripieno di crema, poi ho trascorso un po' di tempo in internet in una stanza attigua. Quando sono tornato verso l'uscita scendendo alcuni gradini, ho sbattuto inaspettatamente la testa contro uno spigolo del soffitto, producendomi un vistoso bernoccolo. Si vede che da queste parti la statura media è molto bassa, se pensiamo che io sono solo 1,69!

Ad un certo punto mentre sto attraversando un torrente si sente un odore particolare nell'aria tutt'attorno. Cosa sarà questo odore? Basta uno sguardo alla cartina per capire che cos'è: mi sto infatti avvicinando a Rossano Calabro, l'antico paese di Roscianum, oggi conosciuto per la lavorazione industriale della liquirizia, da cui si ricavano non solo quelle caramelle nere da masticare, ma anche un ottimo liquore, ed altri prodotti secondari.

viaggio in risciò - s.s.106 presso Rossano Calabro

Ho pensato di uscire dalla statale per entrare nel paese di Rossano. Qui c'è anche un chiosco di informazione turistica, ma è chiuso!

viaggio in risciò - Rossano, ufficio turistico

Ad ogni modo, siccome è domenica, ed è l'orario in cui si celebra di solito la messa domenicale, mi affretto a seguire il suono delle campane. Nella Chiesa del Sacro Cuore si celebrano oggi le prime comunioni, ed è difficile trovare posto all'interno. All'esterno su una parete mi colpisce un avviso scritto in lingua ucraina. In questa città si celebrano anche regolarmnte messe in lingua per la comunità Ucraina locale!

viaggio in risciò - Rossano Calabro, avviso ucraino-italiano

Alla fine della messa mi sono fermato a parlare con l'anziano parroco, don Mimmo, quindi sono rimasto un po' di tempo là fuori a meditare sulla frase scritta sulla facciata della chiesa, "Dio è Amore", mentre un nutrito capannello di gente sulla strada antistante si baciava e abbracciava porgendosi auguri vicendevoli per la prima comunione dei ragazzini.

viaggio in risciò - Messa domenicale a Rossano

Siccome avevo sentito dire che oggi a Rossano centro c'è una festa popolare, ho pensato di salire verso il centro per vedere di cosa si trattasse. Mi trovavo infatti in un quartiere a valle della città vera e propria.
Dopo pochi centinaia di metri in salita lungo via Margherita ho accostato per mangiare. Ho avvistato un locale chiamato "Pangastronomia" e mi è improvvisamente venuto appetito.
Ho provato un assaggio di tutto quello che si poteva osservare nella teca, e il mio stomaco diventava sempre più entusiasta. In particolare le crocchette di melanzana suscitavano un 10 e lode!

viaggio in risciò - Rossano, teca di un'ottima gastronomia

Dopo essere faticosamente salito lungo tornanti piuttosto ripidi senza aver raggiunto alcun centro abitato, ho guardato l'orologio e mi sono detto: lasciamo perdere Rossano, e vediamo di raggiungere presto l'area della Sibaritide. Oggi mi attendevano infatti lungo il tragitto della statale nuove sorprese concernenti il passato Magnogreco di questa regione.
La piana di Sibari, che mi apprestavo a percorrere, aveva visto in tempi preromani, presso il fiume Crati, un suo primo centro umano importante nella antica colonia Achea di Sybaris, sulla cui civiltà si innestò poi la fortuna della colonia panellenica di Thurii, in seguito alla conquista Romana rifondata con un nuovo statuto e ribattezzata Copiae.

Durante il caldo e umido pomeriggio della Piana, una simpatica sosta è stata presso un ricco banco della frutta. La giovane famigliola che qui si libera degli eccessi della produzione, mi ha convinto ancora di più con la sua genuinità e schiettezza del valore della vita di campagna, a maggior ragione quando affermano -e se non lo sanno loro!- che l'uso di pesticidi estranei al corso naturale della biologia delle piante è -se non dannoso- perlomeno superfluo, sia per le piante che per noi animali che ce ne cibiamo!

viaggio in risciò -
s.s.106, banco di frutta nella piana di sibari

E poco oltre ho raggiunto il corso del fiume Crati, come si legge sulla muratura del vecchio casello del ponte.

viaggio in risciò - s.s.106 presso il torrente Crati

Poco oltre, ci si accorge che la antica Sybaris è là tutto attorno alla statale: a est, in direzione della costa, una distesa di macigni e sterpaglie selvaggie, opportunamente recintati e indicati dal cartello "Parco archeologico di Sibari",

viaggio in risciò - scavi archeologici di sibari

Ha l'aspetto del tipico posto recintato dove da ragazzini in gruppo si scavalcava e ci si andava a giocare per dei pomeriggi inventandosi una qualche avventura, o ci andava qualcun altro a farsi di droga, o altro...Ha un suo fascino.

viaggio in risciò -
scavi archeologici di sibari

Ad ogni modo, dall'altra parte della strada c'é un ingresso, e diversi piccoli edifici che rappresentano l'amministrazione del parco archeologico. In questo momento è evidentemente calma piatta, e il custode ivi presente, il signor Graziadio, ha l'aspetto di un tipico custode calabrese. Allorchè gli ho chiesto entrando, cosa ci sia qui di bello da vedere, egli rispose con la calma rassegnata propria del filosofo cinico: "E come! non lo vedi che cosa c'è? Pietre sono, pietre..."

viaggio in risciò - s.s.106, uscita per il museo della sibaritide

A poche centinaia di metri uno svincolo porta al museo nazionale della Sibaritide, che è costruito al limitare dell'area archeologica in direzione del mare (la città antica era sul mare, ora i detriti lo hanno allontanato di chilometri!)

viaggio in risciò - museo della sibaritide

Il museo è un palazzo moderno, e oggi essendo domenica viene visitato anche da famiglie della regione, con bambini vivaci a seguito. All'interno delle varie sale espositive il custode stupisce positivamente per lo zelo e la cognizione con cui spontaneamente conduce il visitatore interessato fra i cimeli del passato di Sybaris. Costui non è un archeologo, ma lavora da così tanti anni fra questi reperti che ha sviluppato una conoscenza della materia ben oltre la media dei custodi di museo calabresi.

viaggio in risciò - sibari, un enorme gelso

E per oggi le meraviglie non erano finite: quando verso le 6 e mezzo ripartii dal museo per proseguire verso Trebisacce, poco oltre la zona archeologica ho notato l'indicazione per un campeggio, ed ho pensato di andare a vedere, se potesse essere una opzione per stanotte. Sono uscito dalla statale, e su quella trada secondaria ad un certo punto presso una casa un gruppo di persone reggevano una grande rete. Eran tutti i membri di una famiglia, che stavano raccogliendo i frutti copiosi di un gigantesco albero di gelso. Nel corso di questo viaggio è diventato il mio albero preferito. Il capostipite della famiglia, il signor Antonio, è felice di mettere a mia disposizione durante un lungo interrogatorio le sue conoscenze agro-ovicole (egli è -per così dire- un perfetto Permacoltore Inconsapevole), ed è molto felice che gli spedirò una copia della foto che ho scattato.

Il campeggio era tra l'altro ancora chiuso per la pausa invernale...Poi, in prossimità del tramonto, un altro incontro inaspettato:
Erano due ciclisti di Trebisacce, che tornavano or ora da una gara a Cosenza, e che si sono fermati incuriositi dall'insolito veicolo.

viaggio in risciò - s.s.106, presso l'uscita per Villapiana

Mi hanno consigliato di non proseguire sul raddoppio della ss.106, che è molto trafficata e pericolosa, ma di uscire a Villapiana e proseguire sulla strada più tranquilla che corre parallela a mare. Così sono uscito, e attraverso questo bivio, di cui una diramazione porta ad uno di quei villaggi dove si parla Albanese antico, Plataci, sono giunto a Villapiana, ormai nel crepuscolo.

viaggio in risciò - bivio Villapiana - Plataci

Ho parcheggiato presso la "Pasticceria Monica" e qui ho mangiato una buona porzione di dolce arrotolato col gelato, e un bicchiere di granita alla crema di caffè.
Dopo un po' di tempo che proseguivo verso Trebisacce lungo una strada poco trafficata ma al contempo anche molto poco scorrevole a causa del fondo stradale, e completamente buia, ero talmente innervosito dal fatto che quasi tutti gli automobilisti provenienti dall'altra direzione mi accecavano con i fari abbaglianti incrociandomi, incuranti del mio loquace gesticolare, che proprio prima del ponte sul fiume Saraceno, che mi separava da Trebisacce, ho abbandonato la strada e mi sono inoltrato lungo un viottolo sterrato fino ad un punto riparato del greto del fiume, e qui mi sono apprestato a bivaccare per la notte.



Distanza Percorsa km 72
Peso Medio Giornaliero Lordo kg 200
Dieta/Propellente Giornaliero - 1 cappuccino;
- 1 brioche;
- 1 cannolo alla crema;
- 1 calzone ripieno i bietola;
- 5 cocchette di melanzana;
- 1 frittatina di zucchini;
- 1 the verde;
- 1 kg arance +limoni;
- 1 fetta dolce arrotolato con il gelato;
- 1 granita alla crema di caffè.

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