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In risciò da Cittanova a San Giovanni Rotondo | |||||||||||
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Diciottesimo giorno: Manfredonia - San Giovanni Rotondo Mercoledi 09 Giugno 2010 L'alba mi ha svegliato molto presto, presso la stazione di servizio Q8 dove mi sono fermato a dormire. Ma tanto meglio, infatti avevo già pensato che fosse meglio affrontare la salita del Gargano prima che venisse troppo caldo: anche quest'ultimo giorno di viaggio si prospetta assolutamente torrido, senza una nuvola in cielo.
Anche qui, come altrove, devo osservare che alcuni utenti veloci della Strada Provinciale 58, così come quelli della Statale 106 Jonica, sono autori inconsapevoli/consapevoli di orribili eccidi di gatti e cani abbandonati e randagi.
Durante la mia sosta al B&B "L'Ammiraglio" mi è stata raccomandata dalla simpatica famiglia Cerignolese una visita alla fattoria "Il Parco", un'azienda che alleva bufale e ne ricava una prelibata mozzarella. Così ho seguito il cartello che conduce dalla strada provinciale verso la piana a valle, un tempo acquitrinosa e malarica.
Lungo la stradina in discesa, lunga svariati chilometri, ho portato sul risciò un abitante di queste terre, che vive del raccolto del grano, nonchè in minor misura dei prodotti dell'ulivo e di altre colture minori. È il vicino di proprietà di quelli della mozzarella. Ho avuto il piacere di conoscere l'anziano capostipite della famiglia di allevatori di bufale, che stava or ora tornando dalla passeggiata con un manipolo di cani iperattivi.
Mi viene data una borsa contenente una treccia di mozzarella immersa nel caglio, che nel sacchetto di plastica mi ricorda una placenta rigonfia di liquido amniotico (che poeta!). Il grintoso e scherzoso vetusto mi ha racconto diverse cose sulla sua vita, il periodo della guerra, la nascita di questa azienda...Questi animali sono particolarmene adatti a vivere in territori troppo umidi e malarici per l'uomo, come lo era questa terra prima delle opere di bonifica con le pompe idrovore. Le bufale mi osservavano silenziose e immobili per tutto il tempo che eravamo sul piazzale antistante il recinto.
Ancora per diversi chilometri ho proseguito sulla s.p.58 su un fondo asfaltato perfetto, poco traffico, pendenza trascurabile, finchè non sono giunto al bivio.
Da qui verso destra comincia una scoraggiante e ripida salita, così scoraggiante che dopo poche pedalate con la marcia più leggera già mi sono fermato al "Bar delle Matine", presso un cortiletto a lato della strada, e ho fatto una pausa di incoraggiamento: un cappuccino e un cornetto. una vera e propria colazione altrimenti non l'avevo ancora fatta.
Il primo tratto di salita è duro sì, m neanche tanto lungo. Fa impressione perchè è un rettilineo molto ripido, ma molto presto cominciano i tornanti, e quelli si fanno piano piano, senza fretta...molto presto già si poteva vedere un bel panorama da lassù: la pianura circostante di ulivi e grano, e in lontananza nella nebbia l'Appennino Dauno, che prende il nome da quella popolazione balcanica che si stabilì nel territorio dell'attuale Capitanata alcuni secoli prima che la regione venisse assoggettata dai Romani.
Per la maggior parte del percorso in salita insomma, i tornanti si arrampicano su uno stesso pendio che si affaccia sulla pianura, mentre solo l'ultimo tratto, di alcuni chilometri, senz'altro meno ripido del tratto iniziale, si infila nell'interno del massiccio geologico del Gargano, per finire quindi alle porte della depressione in cui giace il paese di San Giovanni Rotondo, Città di San Pio.
Non più tardi delle 11 di mattino ero nel centro del paese, dove potevo ammirare fra le altre cose in cima a via Foggia una espressiva statua di San Pio da Pietrelcina, meglio conosciuto da tutti come S.Padre Pio, rappresentato con le braccia scarne dell'asceta rivolte al cielo reggenti l'ostia consacrata. Si tratta di un monumento che lega assieme le vicende della guerra e del fascismo con la vicenda agiografica di Padre Pio. Poi ho pedalato lentamente nel centro storico, con una bella strada pedonale, via Cavour, e proseguito lungo piazza Europa, allo scopo di raggiungere la meta ultima di questo viaggio, ovvero il santuario di San Padre Pio, che si trova in una zona poco fuori del centro cittadino, tradizionalmente abitata dai Frati Cappuccini. In seguito alla santificazione di Padre Pio nel 2002 si è cominciato poi a lavorare ad un edificio sacro davvero unico, concepito dall'architetto Renzo Piano, il Santuario di San Pio da Pietrelcina.
Questo grande complesso è molto articolato, ed ognuno degli spazi, ognuno dei grandi mosaici si poggiano su un concetto teologico.
Molto presto, già a metà pomeriggio, ho potuto parcheggiare e pernottare nella pensione Bianco, un'albergo situato di fronte al santuario. La formella al cancello d'ingresso dell'edificio rappresenta San Francesco che ammansisce il lupo.
Ce l'ho fatta, dopo diciotto giorni di peregrinare sono arrivato sano e salvo! Mi aspetta domani una giornata piena di esperienze a San Giovanni Rotondo. |
Distanza Percorsa | km 27,5 |
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Peso Medio Giornaliero Lordo | kg 215 |
Dieta/Propellente Giornaliero | - 2 arance;
- 1 cappuccino; - 1 cornetto; - 1/2 kg mozzarella di bufala; - 200g pomodorini; - 1 e 1/2 l d'acqua; - 1 the verde. |
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