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Terzo giorno: da Poggio Imperiale a Campomarino Lido

Giovedi 24 Marzo 2011

Come andò che fui invitato all'acquisto dal canto di una sorta di muezzin dauno, e 40 km più avanti in territorio molisano cantai io stesso "Insch'Allah", ma era una canzone di Adamo...



H o dormito piuttosto bene nonostante fossimo parcheggiati direttamente sulla strada. Dal finestrino del camper guardavo ancora in dormiveglia l'uliveto sull'altro lato della strada, ammirando i tronchi nudi degli ulivi che erano stati ricoperti di una sorta di terra rossa, probabilmente a uso antiparassitario.

Con i primi raggi del sole ci siamo svegliati e, riassettati gli spazi interni della piccola abitazione semovente, abbiamo preso la prima colazione: the, biscotti, zabaione, spremuta fresca d'arance (nel camper c'era una scorta enorme di arance della calabria).

Dopo la colazione abbiamo deciso di lasciare il camper parcheggiato lì ed andare in risciò a girare il centro di Poggio imperiale. La prima fermata è stata al Bar Centrale, nella piazza centrale della cittadina, per bere un caffè e visitare la toilette.

Mia madre fu negativamente colpita dalla qualità dei servizi igienici, per cui andò direttamente all'altro lato della piazza a parlare con il servizio igiene del municipio, mentre io e mio padre facevamo una rilassata fila all'ufficio postale là vicino. intanto passava per il paese fermandosi qua e là un enorme carro carico di tutto quello che si troverebbe in un negozio i casalinghi, ed anche di più!

Ce n'era anche un altro di carro-negozio ambulante, molto piu piccolo e adibito a frutta e verdura. La sua particolarità era che il conducente-venditore con una fantastica voce annunciava il suo arrivo e la sua merce tutt'attorno con una cantilena musicale che poteva benissimo essere scambiata per il canto coranico di un muezzin! Il dialetto locale per noi calabresi è ugualmente arabo come la lingua del corano...
Poco dopo decidemmo di proseguire insieme in risciò lungo i 5 chilometri che conducono alla prossima tappa, la città lagunare di Lesina. Il percorso in piano o leggermente in discesa era spesso interrotto per permettere alla passeggera di raccogliere fiori gialli (senape) qua e là.

Verso le 11 eravamo a Lesina;

Dapprima abbiamo voluto raggiungere la riva della laguna, giusto per sentire di nuovo l'odore del mare dopo tanti giorni di lontananza, quindi dal lungomare ci siamo addentrati nel centro storico, fra viuzze lastricate, e ammirando le numerose case ricoperte di ceramica. Gl abitanti ci hanno spiegato che la ceramica invece dell'intonaco esterno è la soluzione migliore contro l'umidità di questa zona. Ma io trovo che abbia anche un certo fascino estetico, oltre che un'utilità dettata dall'ambiente .

Salendo poi verso il centro dell'abitato, cercando invano un bar con i tavoli fuori dove ristorarci, siamo giunto nella piazza della otticamente immacolata cattedrale di Lesina, intitolata difatti alla SS.Annunziata.

Qui abbiamo incrociato nuovamente l'affascinante carrozzone-negozio di casalinghi proveniente da Poggio Imperiale, e contemporaneamente abbiamo incontrato nuovamente un uomo in bicicletta (e ene sono pochi in queste zone, e quei pochi si ricordano facilmente), che ci ha raccontato molte cose riguardo alla zona di Lesina e Poggio. Fra le informazioni interessanti che ricordo è l'esistenza nel territorio di un gruppo scout di cui egli è educatore, che è composto per il 100% da persone appartenenti alla chiesa cattolica, ma che per statuto, e a differenza dei gruppi scout cattolici a cui fanno capo le diverse parrocchie, accettano anche membri che praticano altre religioni cristiane; sono però in principio chiusi ad elementi di fede islamica, per via delle restrizioni alimentari che porterebbero un notevole disagio nelle attività di gruppo come bivacchi e campeggi con la mensa comunitaria.

Dopo che in una vineria toscana dietro l'angolo abbiamo acquistato per la cena un vino particolarmente economico ("c'è anche dell'uva dentro" a detta del commerciante), e dopo aver preso un the caldo nel bar "central coffeè", ove il giovane barista si lamentava di aver da poco avuto scassinato e derubato il locale, mi sono accomiatato dai miei genitori, che sarebbero tornati con l'autobus di linea al camper rimasto a Poggio Imperiale, e nel solleone ho imboccato la direzione nord che mi indicava la bussola sul cruscotto.

Un cittadino di Lesina che mi ha superato in auto lungo la strada, ha voluto fotografarmi....

...e lasciarsi immortalare con il (per lui) curioso veicolo.

Ben presto potevo vedere alle mie spalle il biancheggiante borgo di Lesina allontanarsi dietro di me, mentre la mia strada costeggiava in lontananza la laguna.

Questa è la zona umida e paludosa particolarmente adatta alle esigenze dei bufali. Ecco che incontro infatti un grande allevamento di bufali, nel momento in cui i giovani bufaletti vengono lasciati liberi di rotolarsi e scorrazzare vivacemente in mezzo alla melma fresca, con i loro alti zoccoli che tanto mi hanno ricordato le calzature di scena della rock-band americana dei Kiss.

Poco dopo mi sono accorto di non essere esattamente sulla strada giusta: secondo la mia carta geografica infatti, che ha oltre vent'anni, non esiste l'insediamento umano di lesina marina, un posto di villeggiatura sulla costa racchiuso fra la laguna, il mare e senza vie di sbocco costiere verso il nord. La mia strada mi portava non già verso la statale 18, l'unica agevolmente percorribile verso il Molise, bensì proprio verso il lido di Lesina!
Grazie ad alcune indicazioni dei rari abitanti di quelle lande, percorrendo verso ovest una strada comunale piuttosto dissestata, in contrada Fischino (tanto da essere sconsigliata al traffico di auto) che scavalca l'autostrada A14,...

...e attraversa la ferrovia, circa mezz'ora dopo sono giunto su di uno svincolo stradale in costruzione,...

...attraverso cui fortunatamente senza alcuno sbarramento di cantiere ho potuto immettermi nella oltremodo scorrevole strada statale 16, la via che mi avrebbe condotto -deviazioni a parte- fino in Romagna.

Ancora un paio di chilometri, quindi la statale si affianca alla ferrovia e all'area naturalistica che la divide dal mare. La vista del mare mi viene precluso dalla vegetazione di quella esile striscia di macchia mediterranea.
Il fiume Saccione rappresenta il confine fra la Puglia e il Molise: appena ho superato il ponte già un cartello nella luce fastidiosa prossima al crepuscolo mi annunciava che ero entrato nel territorio di Campomarino (e proprio a Campomarino lido ho programmato di pernottare), e mi ricordava il legame storico fra queste popolazioni e i dirimpettai d'oltremare, gli albanesi.

Ad una stazione di servizio in località Nuova Cliternia mi sono fermato a bere un the e mangiare una briosche, ascoltando come gli avventori del locale parlavano fra loro, con una curiosa inflessione dialettale. Qualcuno sorseggiando una birra mi dice che il dialetto locale è simile all'albanese. In effetti, come avrei scoperto il giorno successivo, Campomarino (il borgo a monte che dà il nome al territorio comunale) ospita una delle antiche comunità albanofone del Molise, quasi tutte dislocate a sud del fiume Biferno.

il tratto di statale seguente era caratterizzato da una serie ossessiva di cartelloni pubblicitari che invitavano gli utenti della strada a visitare un certo villaggio turistico. Infine ho imboccato la rampa di uscita per Campomarino lido; proprio qui mi aspettavano gli anziani camperisti, in attesa di istruzioni per il pernottamento. Non avendo la minima idea di dove dormire, sono andato in avanscoperta chiedendo informazioni ad un autolavaggio, poi ad un campeggio, quindi chiedendo ad alcuni gestori di hotel e di locali. Così sono capitato in un locale chiamato "Kalimba de Luma", dove sono stato invitato a partecipare alla serata-karaoke da uno dei gestori, un certo Alessandro.

Poco dopo ho incontrato il gestore dell'unico piccolo, simpatico supermercato di Campomarino lido, un immigrato romano (non rumeno!) che mi ha introdotto nella economia locale. Questa è basata su una stagione turistica sempre fin troppo corta (in sostanza il solo mese di agosto), e della precarietà di questa economia dovuta alla imperscrutabile mobilità delle masse turistiche lungo le due coste dell'Adriatico.
Dopo aver fatto i conti e cercato invano il prezzo basso fra gli albergatori, alla fine decidemmo di dormire tutti sul camper in un angolo tranquillo di via D'Uva, il risciò parcheggiato di fianco, protetto da sguardi malintenzionati. Fra il nostro temporaneo vicinato abbiamo avuto il piacere di conoscere la famiglia residente nel caseggiato attiguo, attiva nel campo delle pompe funebri.

Abbiamo quindi consumato sul camper una sostanziosa cena a base di formaggio, pasta al pomodoro, vino rosso, carne alla brace, dopodichè nel fresco della sera decidemmo di vestirsi come Dio comanda, e farci una scarrozzata in risciò fino al bar-karaoke, bere un coctail e cantare due canzoni. Scegliendo fra il menu delle basi musicali disponibili, una era "sono un eroe" di Caparezza, e l'altra su desiderio di mia madre, una canzone di altri tempi: "Insch'Allah" di Adamo, il cantante italo-belga. Mentre qui gli avventori del locale si divertivano a fare foto in groppa al veicolo,...

...fuori del locale festoso il gestore commiserava la brevità della stagione turistica, che essi cercano di anticipare con cose divertenti come questo karaoke fuori stagione, e discorrendo discorrendo giungemmo alla conclusione che -detto stringendo stringendo- una certa quantità di turismo al femminile dall'oriente europeo può aiutare il turista italiano (perlomeno quello single) a scegliere una località della costa piuttosto che un'altra.
Bella idea: si promuova qui il turismo a prezzi ribassati per le donne smaritate dai 20 ai 40 anni in bassa stagione.. e vediamo cosa succede! L'unione Europea può sovvenzionare il progetto, in quanto strategia di integrazione fra popoli europei.


Oh, fra l'altro: se questo è un posto dove nasceranno molti nuovi amori internazionali, allora il risciò-taxi è come il cacio sui maccheroni, la carrozza più romantica che c'è, e il fondo stradale così come la pendenza qui sono semplicemente ideali!




distanza percorsa km 41
peso lordo medio giornaliero kg 270
dieta/propellente giornaliero - 3 the verdi;
- 2 brioches;
- 2 uova/zabaione;
- 1 pastasciutta;
- 1 aranciata;
- 100g formaggio;
- 100g carne;
- 1/4 vino rosso.

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