- 1°viaggio: da Monaco di Baviera a Genova - 2°viaggio: da Genova a Roma - prosieguo del 2°viaggio: da Roma a Cittanova - 3°viaggio: da Cittanova (RC) a S.Giovanni Rotondo (FG)
proemio 1°giorno 2°giorno 3°giorno 4°giorno 5°giorno 6°giorno 7°giorno 8°giorno 9°giorno 10°giorno
11°giorno 12°giorno 13°giorno 14°giorno 15°giorno 16°giorno 17°giorno 18°giorno 19°giorno 20°giorno epilogo

Il risciò: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? In risciò da San Giovanni Rotondo a Bologna
home


Tredicesimo giorno: da Loreto ad Ancona

Domenica 3 Aprile 2011

Come andò che giunsi alla metropoli medioadriatica ove il vernacolo già si tinge di continente, e... non fui trattato come un pesce qualunque



A lle 6 e mezzo ero già in piedi, nella mia camera della casa accoglienza e mi sono precipitato fuori nel primo mattino, percorrendo a pie' lesto strade ripidissime; quando già i primi raggi di sole erano tornati dal mare a scaldare le cime delle case raggiunsi la scalinata che conduce il passante nella città alta.

scalinata a loreto

Da piazza Giacomo Leopardi attraverso un portale arcuato si raggiunge piazza Garibaldi, ove sorge il municipio.

comune di loreto

Uno slargo della piazza permette di avere una stupenda veduta sul paesaggio che si estende a nord, dominata dal monte Cònero, che preclude la vista della città che sono in procinto di raggiungere, Ancona.

Cònero veduta da Loreto

Sullo stesso livello, nel punto più alto del colle, sorge anche il complesso della cattedrale: il corso Traiano Boccalini, che si snoda fra il municipio e la chiesa, è una piacevole strada pedonale in piano, colma di negozi e negozietti con articoli religiosi, souvenir, dolci e prelibatezze locali.

corso Traiano Boccalini

Lungo la via alle pareti si notano diverse bandiere tricolori, accompagnate da un'altra insegna, quella della città di Loreto, che porta l'effigie della Vergine.

stemma di loreto

Ed eccomi nella grande piazza prospiciente la cattedrale, circondata da un colonnato e con una grande fontana nel mezzo. Mentre ieri sera era uno spazio libero pervaso dal canto dei bambini, oggi è pervaso dalle auto parcheggiate. La messa domenicale, celebrata dal Vescovo, ha chiamato qui molta gente anche da zone lontane.

Fra le molte opere d'arte che impreziosiscono l'esterno della basilica, davanti all'ingresso spicca il monumento a papa Sisto V, il pontefice sotto il quale fu terminata la facciata, in epoca barocca.

Sisto V

Ma si vedono elementi architettonici anche molto più antichi, gotici e rinascimentali; infatti il culto della Santa Casa principiò in queste terre Marchigiane, ma anche al di là dell'Adriatico nell'Illiria medievale, già nel 1200, ai tempi delle crociate.
Pare anzi accertato da certi maghi il cui nome inizia per "Dottor" e che sono usi a maneggiar misteriosi strumenti parlando fra loro per formule altrettanto misteriose, che, a prescindere dal dogma cristiano della trasmigrazione della casa di Maria da Nazareth a Loreto (non a caso già dagli anni venti la Madonna di Loreto è Colei che protegge i viaggiatori in aereo), effettivamente nel periodo delle crociate sia stata portata pietra per pietra dalla Palestina in Europa una autentica antica abitazione della Terrasanta.

L'interno della Basilica è grandioso nell'insieme, e prezioso nelle singole parti, con opere d'arte ed affreschi dei maggiori artisti dell'epoca rinascimentale.

Fu letto il tratto del Vangelo di Giovanni che racconta la vicenda del cieco nato guarito da Gesù.

Diversi antichi confessionali sono approntati per i pellegrini, su cui furono applicate insegne atte a smistare i pellegrini a seconda della loro lingua: alcuni sono infatti "pro Illyricis", presumo riservato a chi parla la lingua croata, o albanese.
Finita la funzione era possibile fare la fila per entrare a pregare nella Santa Casa, che dall'esterno è un'impressionante architettura rinascimentale di marmo bianco, e il cui interno è piccolo, silenzioso e appena illuminato, una parete riservata all'altare contenente la Vergine Lauretana, una figura lignea adornata con un vestito di oro e argento, che a me ha molto ricordato l'addome fecondo di un'ape regina.

Sul crinale nord della cittadella di Loreto ci sono tante altre cose, fra cui il cimitero militare dei polacchi caduti combattendo a fianco degli angloamericani nel secondo conflitto mondiale. E una massiccia scultura del Papa Giovanni XXIII, che con la sua mole troneggia sulla valle sottostante.

Papa Giovanni XXIII

"Il mattino ha l'oro in bocca", e prima che venisse caldo ho pensato di lasciare Loreto e pedalare ancora in mattinata fino ad Ancona. tornato nella Casa Accoglienza ho preso la colazione, consistente in caffelatte con le fette biscottate e la marmellata, e alla svelta ho allestito il risciò per ripartire, mentre un gruppo di anziani pellegrini provenienti dalla provincia Laziale si radunavano lentamente nel grazioso giardino antistante per ripartire con il loro autobus.

È seguito un quarto d'ora di corroborante discesa giù da Loreto fino a ricongiungersi con la Statale 16.

Loreto-Ancona

Questa procede piana e pressoche rettilinea per diversi chilometri nell'interno, circondando da lontano il monte Cònero.

casa cantoniera

È un percorso abbastanza tranquillo, domenica mattina, solo qualche ciclista della domenica, in mezzo a grandi campi coltivati; questa è l'occasione per porre l'attenzione sulla vegetazione, che qui è pian piano cambiata, con meno pini, meno piante sempreverdi, nessun olivo, più latifoglie continentali, persino qualche betulla.
In territorio di Castelfidardo un'ennesima casa cantoniera mi informa che se proseguo ancora per 300 km dritto arrivo a Padova -là è infatti il km 0 della statale adriatica.

Presso Osimo la statale 16 si ricongiunge con la linea ferroviaria adriatica, e continua per un tratto rettilineo a scorrerle parallela, mentre al di là di essa si può vedere su un basso colle il paese di Camerano, e dietro in lontananza il monte Cònero. Questa altura ricorda nel nome la antica denominazione greca del suo frutto più tipicamente mediterraneo, il corbezzolo.

Sono giunto presso un grosso snodo autostradale, e lì ho preso a destra seguendo le indicazioni per Ancona.

Si ci ritrova quindi sulla via Direttissima del Conero, che dopo suppergiu 1 chilometro si inserisce nella variante della strada statale 16 sud. Questa è tale e quale un'autostrada, a due carreggiate separate e due corsie per carreggiata.
ancora qualche chilometro, e il viadotto si innalza sopra la vallata, quando si cominciano a vedere i primi sobborghi della metropoli portuale.

A questo punto le indicazioni mi invitano a uscire a destra verso Ancona centro/università

Alchè si va a scendere per un bel tratto di scorrimento veloce (naturalmente sempre bravamente stretto stretto entro la corsia di emergenza) finchè si ci ritrova a passare sotto via Guido Miglioli, e a scorgere in lontananza un tunnel. Lì la strada si fa in salita, e il mio spirito cede leggermente: infatti il tratto veloce sulla variante è stato piuttosto stressante, aggiungasi che il sole è ormai quello di mezzogiorno, e picchia duro.

san giovanni rotondo - bologna in risciò

La strada veloce, chiamata "Asse Nord-Sud" continua a salire sul pendio, superando un'uscita diretta alla curiosità località di "Pinocchio", mentre giu di sotto alla destra della strada si vedono campi coltivati e la sommità del Conero ad una distanza di oltre un miglio.

Asse Nord-Sud, Ancona

Sono finalmente arrivato al punto più alto del viadotto; dopo aver pedalato al di sotto di via Allende, la via sembra felicemente in discesa, il sudore secreto da un'ora si asciuga tutto nella discesa come con un asciugacapelli posizionato sul turbo.

Asse Nord-Sud Ancona

Prima del tunnel che mi attendeva al termine della discesa presso la stazione Q8 mi sono fermato ancora per accendere i fari (non ho un dispositivo per accendere le illuminazioni del risciò con un unico gesto della mano, ma accendo manualmente i singoli fari)

san giovanni rotondo-bologna ancona

Ma dopo quel tunnel si continuava a scendere, finchè, senza neanche me ne raccapezzassi, la strada veloce era diventata via Bocconi; ero ad Ancona.
Alla fine di via Bocconi, da piazzale Libertà si imboccava poi un tunnel lungo e diritto, che taglia tutta la parte centtale della città, e sbuca fuori nei pressi del municipio in viale della Vittoria, che è la via principale della città moderna. Di là alla estesa Piazza Cavour, con il robusto monumento dello statista piemontese, la pedalata è breve.

piazza cavour - ancona

Da lì mi sono spostato in direzione del centro storico e del porto, chiedendo indicazioni su pernottamento e parcheggio, ottenendo però alcun risultato incoraggiante. Poco male, il giorno era ancora per metà trascorso, avevo ancora diverse ore di luce per esplorare una prima volta la città a bordo del risciò, e avrei pensato più tardi al resto. Eccomi sulla banchina Nazario Sauro, ove non lontano dal monumento a Traiano si trova sì un parcheggio custodito, ma l'entrata è troppo bassa per il metro e 85 del risciò!

Banchina Nazario Sauro - Ancona

Mi sono diretto a salire oltre il Teatro delle Muse su su lungo via Gramsci, nel centro storico eretto sullo sperone di roccia sovrastante il porto. La prima sosta è in Piazza Plebiscito;

Piazza Plebiscito - Ancona

Questa piazza è dominata dal torrione dell'ex Palazzo del Governo, risalente al tempo in cui la marca anconetana, come tutte le Marche, era un possedimento dello Stato Pontificio. Qui ci sono state nel 1960 scontri militari al seguito dei quali con un plebiscito furono annesse le Marche e l'Umbria al regno di Sardegna.

torre a piazza Plebiscito - Ancona in risciò

Poco più avanti la chiesa di san Francesco delle Scale

Ancona - San Francesco delle Scale

e la chiesa del Gesù.

ancona - chiesa del Gesù

Dinnanzi ad essa, in piazza Stracca, si gode di una favolosa vista sul porto di Ancona.

piazza stracca - porto di ancona

A questo punto, curioso di conoscere il passato di questa città a me sconosciuta, capitava a pennello che fossi giunto presso il Museo Archeologico Nazionale delle Marche

La mia visita all'edificio costruito attorno ad un cortile interno inizia con una capatina nei bagni del museo, dai bei cromatismi caldi.

Museo Archeologico Nazionale delle Marche di Ancona

In innumerevoli vetrine sono mostrati al visitatore oggetti d'uso comune delle popolazioni che vissero in tempi preromani in diversi insediamenti delle Marche, in queste sale da ogni finestra entra prepotente l'immagine del porto,

mentre sulla sommità del palazzo stesso si ammira la riproduzione dorata di un voluminoso gruppo scultoreo equestre risalente al Picenum di epoca romana, conosciuti come Bronzi di Cartoceto, quasi una citazione dei Bronzi di Riace ma nelle Marche invece che in Calabria, e con alle spalle simili diatribe fra chi vorrebbe gli originali bronzei in un museo grande e metropolitano, e chi li lascerebbe nel modesto museo locale sorto vicino a dove sono stati ritrovati. Le copie dorate comunque donano proprio tanto al paesaggio portuale, e con gli originali di lasciarli fuori alle intemperie non avrebbero potuto farlo.

Mi sono concentrato a leggere le numerose tavole esplicative sulla storicità e la cronologia delle popolazioni preromane delle Marche, che erano principalmente Umbri, Picèni, e Galli Senoni. questi fantomatici Piceni pare abbiano avuto attinenze con i Sabini, nemici/alleati dei Romani. Certamente che sulle coste un porto strategico come Ancona sia stato nei secoli prima del dominio Romano un prezioso obiettivo per tutte le potenze dell'epoca, i Greci, poi gli Etruschi, gli Umbri, e per un certo periodo anche i Galli, cioè delle tribù affini linguisticamente o comunque culturalmente con quasi tutte le popolazioni del nord e sud dell'arco alpino.
In effetti ancora oggigiorno ad Ancona mi accorgo che l'accento della popolazione ha alcuni chiaramente percettibili influssi romagnoli, la cadenza voglio dire. È un punto dove si incontra(ro)no culture e lingue molto differenti, tipo il cinese con l'arabo... in questo caso si sente l'etrusco (toscaneggiante), il celtico(romagnoleggiante), il Latino e il Piceno; non hai capito? fa niente, cercherò di spiegarmi meglio nei prossimi giorni pedalando verso nord.

piceni

Là attorno mi è capitato di soffermare la mia attenzione su di un ritratto marmoreo di Ottaviano Augusto, il quale aveva curiosamente un naso che ricordava sia il profilo di Giacomo Leopardi, sia quello della ragazza Picena dai tratti aristocratici incontrata a San Benedetto del Tronto alcuni giorni fa.

ottaviano augusto

Ma la capacità espositiva di palazzo Ferretti non finisce mica qui: al piano terra ho visitato una mostra fantastica dedicata al ritratto fotografico dai primordi della fotografia, in cui si potevano osservare alcune rare immagini di persone ritratte 200 anni fa con metodi pre-fotografici, sfruttando la luce ma non la chimica, e altre tecniche fotografiche vecchie di quasi duecento anni basate su sostanze particolari, quali la ferrotipia e la ambrotipia, cadute successivamente nell'oblìo.

L'immagine di sè - Il ritratto fotografico tra `800 e `900

Un altro pezzo forte del museo è infine, nella sala conferenze al pianterreno, un grande calco fossile di un ittiosauro, una sorta di mostro marino che milioni di anni fa pare nuotasse sopra quella che poi emergendo divenne la penisola italica.

ittiosauro ad Ancona

Una volta terminata la istruttiva visita a palazzo Ferretti, sono risalito in risciò ed ho continuato a perlustrare la rocca su cui si erge il nucleo originario della città, con la antica cattedrale, e, sotto il manto stradale, le ancor piu antiche pavimentazioni delle strutture romane preesistenti.

ancona romana

Verso il tardo pomeriggio sono ritornato in piazza della repubblica, dove presso l'ufficio per i turisti all'inizio di via Gramsci, sono stato indirizzato verso un albergo non lontano dalla stazione ferroviaria. Mentre mi allontanavo da Piazza della Repubblica, notavo una folla di giovani, che aspettavano di entrare al Teatro delle Muse per assistere ad un concerto pianistico di un noto giovane concertista, un certo Giovanni Allevi. Qualcuno si lamentava con me del prezzo eccessivo del biglietto.

Lungo la via Marconi, che su un manto stradale piuttosto dissestato mi conduce infin al calar della sera all'albergo, mi colpisce un manifesto pubblicitario che invita con la semplice battuta "Il turista non è un pesce, dopo tre giorni è ancora buono" gli esercenti di Ancona a non fare del turista occasionale una acquirente usa e getta, da sfruttare una volta e mai più, ma di creare convenienza in modo da invitare il turista a ritornare, e a fermarsi piu a lungo.
In effetti nel mio caso sembra aver funzionato: la città mi piace, e nell'hotel Gino mi fermerò non una ma due notti per un prezzo umano; qui mi è stato anche concesso di parcheggiare il risciò in un luogo insolito: la sala dei videogiochi al piano terra.

La sera sono ancora uscito nella zona della stazione a mangiare qualcosa, fra diversi negozi di alimentari con vivande esotiche, come ci si aspetterebbe ragionevolmente da una cittá di mare..
Nella bottega di Chen Chaoqiao ho fatto qualche acquisto per la cena e per i prossimi giorni: in particolare ho voluto provare un frutto di origine orientale assai poco noto dalle mie parti, sulla costa tirrenica: la giuggiola essiccata.
In un bar non lontano ho mangiato un altro pezzo di diplomatica



distanza percorsa km 31
peso lordo medio giornaliero kg 201
dieta/propellente giornaliero - 1 litro acqua;
- caffelatte;
- pane e marmellata;
- 1 litro d'acqua;
- 1/2 litro di apfelschorle;
- 1 pezzo di diplomatica;

- 1°viaggio: da Monaco di Baviera a Genova - 2°viaggio: da Genova a Roma - prosieguo del 2°viaggio: da Roma a Cittanova - 3°viaggio: da Cittanova (RC) a S.Giovanni Rotondo (FG)
proemio 1°giorno 2°giorno 3°giorno 4°giorno 5°giorno 6°giorno 7°giorno 8°giorno 9°giorno 10°giorno
11°giorno 12°giorno 13°giorno 14°giorno 15°giorno 16°giorno 17°giorno 18°giorno 19°giorno 20°giorno epilogo

home Per informazioni contattare rocco.marvaso@pizzeria-calcutta.com
Copyright © 2011 Rocco Marvaso.