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Il risciò: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? In risciò da San Giovanni Rotondo a Bologna
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Diciannovesimo giorno: da Forlì a Castel S. Pietro Terme

Sabato 9 Aprile 2011

Come andò che giunsi all' antica Faventia, e la sera oltre Imola finii a dormire ove a suo tempo aveva riposato il general Garibaldi.



Il sole la mattina entra con esuberanza dalle finestre della stanza nella locanda da Dino a Villanova di Forlì.

Da Dino, Villanova di Forlì

Ho fatto i bagagli e ho ripreso a pedalare sulla via Emilia verso ponente.

Pochi metri oltre, dopo lo vincolo per Ravenna, mi sono fermato ad un alimentari per prendere qualcosa da bere, ma la commessa del negozio, evidentemente svegliatasi con la luna storta, mi ha vigorosamente rimproverato per aver preso in considerazione l'idea di lasciare nella sua pattumiera fuori dell'ingresso alcuni rifiuti che mi portavo dietro da ieri.
Va beh, poco oltre, presso il bivio per Ravenna, ho fatto sosta al bar "Meeting" per fare colazione.
Il locale era decorato con diverse placche di metallo su cui sono scritte frasi attribuite al di qui oriundo Benito Mussolini. Una di esse era: "Se non sei disposto a rischiare per la tua idea, le cose sono due: o la tua idea non vale niente, o tu non vali niente".
Mi sono seduto ad un tavolino con un cappuccino, una pasta col marzapane e la crema all'uovo, e un quotidiano locale, "La Padania". E guarda un po' che notizia riporta il giornale: "Troppi stranieri, depressioni in aumento". oh bella, a me invece tedia di più stare in mezzo a persone che parlano la mia stessa lingua!

Xenofobia

In questo penultimo giorno di viaggio il sole non mi abbandona, e la sensazione atmosferica suggerisce che siamo in principio di estate, piuttosto che in tempo di Quaresima.
Procedo in leggero controvento, circondato a destra e a sinistra da vigneti e frutteti. Passando da San Lazzaro ho potuto ammirare il tempio ai caduti sulla strada. Sul manto stradale là attorno giacevano diversi porcospini spappolati miseramente sull'asfalto.

Del resto la via Emilia qui è perfettamente rettilinea e scorrevole per chilometri, e chiunque ne abbia voglia nella notte se non alla luce del sole ci può dar dentro con il piede destro.

via Emilia in risciò, casa cantoniera Faenza

Dopo aver varcato quella che sembra la porta d'ingresso alla città di Faenza, rinomato centro di Arti Ceramiche, si percorre corso Europa e il ponte sul fiume Lamone.

ingresso a Faenza

Ancora pochi minuti e, attraversato corso Aurelio Saffi eccomi in piazza del Popolo, su cui si affaccia la cattedrale di San Pietro, a parcheggiare il risciò per alcuni minuti sotto la sorveglianza dei numerosi carabinieri proprio a ridosso della fontana, assieme a una moltitudine di altre biciclette inlucchettate.

cattedrale di San Pietro, Faenza

Sono andato a fare un giro a piedi (la moltitudine di passanti avrebbe reso arduo proseguire in tre ruote) nel mercato del sabato, dove subito ho trovato ciò che cercavo, un paio di sandali comodi per camminare e per pedalare: il clima della primavera sempre più calda favoriva questo acquisto. Ma mi sono accorto di non avere il denaro in contanti, cosi sono tornato in piazza a prendere il libretto postale e la carta d'identità per prelevare dal libretto postale. Fu allora, dopo avere messo a soqquadro il contenuto del bagagliaio, che mi sono reso conto di aver smarrito entrambe. Ho telefonato a tutti gli albergatori dove ero stato negli ultimi giorni, a Senigallia, a Pesaro, a Riccione e a Forlì, e il risultato è che dopo un'ora o poco più di panico si è potuto accertare che ho lasciato la carta d'identità alla locanda da Dino a Villanova, e il libretto postale nella camera dell'hotel Puccini dove ho pernottato a Riccione.
Entrambi gli albergatori sono stati pronti a spedirmi questi documenti ad un indirizzo che avrei raggiunto di lì a pochi giorni, mentre per il momento dovevo tirare la cigna usando i pochi soldi che potevo prelevare al bancomat del credito cooperativo ravennate e imolese con la carta tedesca.

Nel frattempo avevo di che distrarmi per le strade e stradine di Faenza portando in giro sul risciò alcune persone in visita al mercato del sabato, fra cui una dolcissima coppia di coniugi, e in particolare il giornalista Pellerano di Bologna che, saputo del mio prossimo arrivo nella metropoli, mi ha raggiunto e ha filmato una breve corsa lungo corso Aurelio Saffi

Tornato brevemente a pagare il mio acquisto, la signora che mi ha venduto i sandali al mercato, saputo l'inconveniente dei documenti smarriti, per confortarmi mi ha offerto un dolce molto buono che si mangia qui in occasione della festa di San Lazzaro -che infatti è domani-, il tortello di castagno con la saba (mosto cotto fintantochè si trasforma in una specie di marmellata).

Le ore della siesta pomeridiana l'ho trascorsa nel phone center in piazza san francesco, pianificando il mio presunto arrivo a Bologna l'indomani mattina, e sonostae interrotte solo da una coppia di Lugo, una città del Ravennate distante alcune decine di chilometri da lì, che volevano che li portassi fino a casa. Ben volentieri li ho portati fino alla stazione ferroviaria di Faenza, da dove certamente hanno raggiunto comodamente e velocemente la loro meta.

Mi sono rifornito di mandorle e di alcune lattine di succo di cocco e di litschi per proseguire la tappa di oggi, poi sono tornato nella piazza principale, cercando l'ufficio per i turisti ed informarmi sulle cose da vedere a Faenza. Per raggiungerlo sono passato sotto il deliziosamente decorato voltone della molinella, che conduce al teatro comunale Masini.

voltone della molinella, faenza

....l'ufficio era ancora in pausa,

Faenza

... ma nel frattempo in un locale lì accanto potevo contemplare l'allestimento di una mostra di beneficienza con diversi artisti di ceramica faentini che collocavano le proprie opere, mentre un chitarrista, che evidentemente nel corso dell'inaugurazione avrebbe proposto un repertorio di chitarra classica veloce si esercitava su uno sgabello.

mostra Faenza

dopo aver consultato l'ufficio del turismo, ho deciso che, a costo di rubare tempo prezioso alla tappa di oggi, mi fermerò a dare un'occhiata dentro la pinacoteca comunale, ad ingresso gratuito.

Ci ho messo un po' a trovarla, fermandomi col naso in aria ad ammirare dei palazzi decorati con l'arte della maiolica per cui Faenza è famosa nel mondo (in francese Faenza significa maiolica!),

... ma ne è valsa la pena. Ci sarò rimasto tre quarti d'ora, passando da una tela dell'Armenini, pittore del Seicento conosciuto nella storia dell'arte come colui che ha scritto un manuale di pittura abbastanza affidabile, ad un'altra di Bernardo Strozzi, che affronta il tema di Giuditta e Oloferne con tonalità più chiare di quanto mi sarei immaginato da quello scurista genovese.
Ma il clou della esposizione era al piano inferiore, dove una grande sala era dedicata ad un artista locale vissuto brevemente ad inizio del Novecento, chiamato Domenico Baccarini. Proprio brevemente, perchè, come il custode mi fa notare, è morto a soli 25 anni, nel 1907. È un emozionante esempio di arte realistico-simbolista, che qua e là nella provincia trovava in quel periodo dei grandi talenti, si veda un Pellizza da Volpedo nel Tortonese. Ene ha fatte di cose stupende, in quei poci anni, fra incisioni, dipinti da cavalletto ed uno enorme incompleto, ed una serie di busti modellati.

Domenico Baccarini, Faenza

Dopo questa forte carica estetica, ero pronto a ripartire, onde raggiungere imola in serata, e proseguire in serata fino a Castel San Pietro Terme. Erano già le 5 del pomeriggio.

pinacoteca comunale, in risciò a Faenza

Il paesaggio westromagnolo sulla via emilia non sembra cambiare, vaste piantagioni di ciliegi, meli, peschi. si continuano ad incontrare numerose le insegne di locali da ballo dove si esibiscono cantanti da nomi altisonanti come "Omar", "Mirco", "Joan di Pinti".

Dancing Pamela, via Emilia

Il sole secante del pomeriggio mi dava talmente fastidio che mi sono fermato a bordo strada e ho preso a sgranocchiare nervosamente le mandorle, anche per recuperare un po dei sali sudati a causa del sole in faccia e di una erta umidità atmosferica...benvenuti in Pianura Padana!

via Emilia, tra Faenza e Castel Bolognese

Siccome è sabato sera, ho pensato di fermarmi nel prossimo centro lungo la via Emilia qualora avessi trovato una chiesa dove partecipare alla messa prefestiva. Questo luogo si chiama Castel Bolognese.
È un borgo costruito come avamposto di Bologna a difesa dei potentati della Romagna, nel periodo delle signorie. E qui la via Emilia interna in effetti -ho pensato a posteriori i giorni successivi girando per Bologna- ricorda molto con i suoi portici e arcate le strade del capoluogo che collegano il centro con le porte esterne.
Prima di entrare nella chiesa delle Domenicane, che affaccia direttamente sulla via Emilia, ho ammirato un singolare monumento raffigurante Don Minzoni, uno dei martiri dell'antifascismo.

Castel Bolognese, Don Minzoni

È la Festa di San Lazzaro, e la celebrazione è dedicata alla resurrezione dalla morte, come descritto nel Vangelo di Giovanni.
Durante questa messa ho avuto l'occasione di notare che qui, a differenza che nelle contrade del centro e sud italia appena attraversate, il canto nella liturgia è un elemento importante nella preghiera, e tutti o quasi i partecipanti alla messa cantano insieme.

Poco prima del crepuscolo ho superato una ennesima casa cantoniera diroccata, ricoperta da un magnifico glicine in fiore;

glicine su casa cantoniera, Imola

prima di entrare ad Imola la via Emilia va a salire, finchè si incontra un OBI, un grosso supermercato per faidatè, e da lì va in discesa per circa mezzo chilometro,

Ad Imola ho dapprima cercato qualcosa per cenare in un alimentari di prodotti Rumeni, già in chiusura, dove ho preso una bottiglietta di birra rumena, poi ho proseguito nel centro pedonale, frequentato da diversi giovani un po' punky che bevevano la birra fuori per terra, nonchè da un gruppo di ragazze che festeggiavano in maniera pienamente continentale (cioè con le prove sceme da superare, le pagliacciate, le t-shirts stampate e via dicendo) l'addio al nubilato in questo caldo sabato pre-night-fever.
Per cena ho sbocconcellato un sostanzioso döner kebap con le patatine fritte e la tipica carne di vitello arrostita.

Imola, via emilia pedonale

Nella sera ancora giovane delle 8 mi rimetto in marcia verso ovest, lungo la rettilinea via emilia che man mano che la sera si scalda diventa sempre più preda dei pirati della strada. Forse non a caso una periferia ovest di Imola che tange la via emilia si chiama "Piratello". Per via del traffico "vivace" e dell'oscurità il mio animo non è del tutto tranquillo, e come se non bastasse ad un certo momento qualcuno dei "velocisti" che mi superano in automobile mi manda dall'abitacolo sguaiatamente a quel paese... mi distraggo guardando il bel cielo stellato, farcito con uno spicchietto di luna coricato.

Arrivato a Castel San Pietro Terme verso le 9 e mezzo, stanco, mi arrendo senza protestare piu di dieci minuti al prezzo davvero più alto della media di un albergo chiamato "I due portoni". E vada, è l'ultima notte in albergo. Domani devo partire presto, per giungere come da programma in tarda mattinata a Bologna, meta finale del viaggio.



distanza percorsa km 40
peso lordo medio giornaliero kg 220
dieta/propellente giornaliero - cappuccino e pasta alla crema ;
- tortello di castagno con la saba;
- 1 succo di noce di cocco;
- 1 succo di litchi;
- 100g di mandorle;
- 1 birra rumena;
- 1 döner kebap con patatine fritte;
- 1l d'acqua

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