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Il risciò: L'unica utilitaria davvero ecosostenibile: fa mediamente 100 km con un kg di pasta e ci vai praticamente ovunque. E la tua? In risciò da San Giovanni Rotondo a Bologna
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Undicesimo giorno: da Cupra Marittima a Porto S.Elpidio

Venerdi 1 Aprile 2011

Come andò che entrai nel territorio dell'antica Firmum Picenum, esperii scomodi viadotti, ed ascesi ad un isola di pace fra i colli piceni.



Ho dormito piuttosto a lungo nella stanza ad uso singolo che mi ha ospitato nella pensione "Il Contadino".
Nella tarda mattinata mi sono affacciato sul balcone e ho visto che il tempo non ha fatto scherzi neanche questo primo aprile.

Al di là della strada, di fronte all'albergo, si trova una cappella eretta in ricordo di 12 persone qui trucidate durante la guerra, nel giugno del `44.

Marina di Massignano

Impaziente di proseguire ho preso un caffè, ho ricomposto il mio bagaglio, e mi sono rimesso in marcia verso nord.

Poche pedalate e raggiungevo il confine fra la provincia di Ascoli Piceno e quella di Fermo, di recente istituzione.
I due attuali capoluoghi di provincia erano nel Medioevo signorie aspramente avverse, oggigiorno di nuovo politicamente separate.

Ancora una manciata di minuti di marcia, e lo stomaco mi ha ricordato che praticamente non avevo fatto colazione. Mi sono fermato perciò alla prima occasione, il bar "Dolce e Amaro", sulla piazza della stazione di Pedaso.

pedaso

Andando poi avanti, la strada rimane gradevolmente pianeggiante e scorrevole, ma alla mia sinistra si fanno vicini rilievi collinosi. Due donne romane che si sono fermate a salutarmi mi hanno detto che la parte di Appennino che si raggiunge su di qua cela tradizioni antichissime e saghe incredibili; pare che ci sia una grotta infernale in mezzo alle montagne, che non è stata più varcata da secoli, giacchè si è visto che la gente che ci entra, siano essi speleologi o profani di geologia, non ne esce più. Lì sarebbe chiusa la Sibilla, un elemento importante della religione italica precristiana, che nella tarda Antichità sarebbe andata in "esilio" nei Monti Sibillini, che da lei ancora oggi prendono il nome.

Marina Palmense: qui uscendo dalla statale sono entrato nell'abitato cercando un ufficio postale.

marina palmense

All'uscita della posta ho incontrato una donna di nome Rossana, molto simpatica ed agile nonostante le due stampelle, che mi ha raccontato di un posto molto bello posto su un colle vicino a Porto San Giorgio, chiamato Capodarco, in cui abitano in comunità molte persone più o meno inferme - SLA si chiama la loro affezione- e che si rallegrano dei visitatori.
Poco dopo ero di nuovo sulla statale, ed ho voluto fare uno spuntino utilizzando il servizio di car service (ovvero ordinare, pagare e consumare cibi senza dover spostare il sedere dal sedile della propria vettura) offerto da una diffusa ditta di cibo veloce. È un'area commerciale alla periferia sud di Porto San Giorgio.

porto san giorgio

Mentre sgranocchiavo le mie patatine fritte mi sono intrattenuto a parlare con un uomo proveniente originariamente dall'Africa, ma più nello specifico oggi proveniente dall'interno delle Marche, un ennesimo individuo robusto e volenteroso che tanto si sarebbe divertito a fare un servizio di risciò in quella contrada, dove l'ambiente pianeggiante e le ottime pavimentazioni stradali ne farebbero un'occupazione tutt'altro che estenuante. Se non fosse che dovevo andare avanti fino a Bologna, quasi quasi gli avrei lasciato il risciò!

La strada poi prendendo il nome di corso Garibaldi taglia diritta il centro abitato, fino a portarti alla suggestiva piazza San Giorgio, con la sua architettura in laterizio, e la singolare fontana di marmo nel mezzo, dedicata alla Igiene. Questo è il crocevia da cui si può decidere se salire a Fermo, l'antico capoluogo, prendendo la via a sinistra, oppure proseguire lungo la costa.

piazza San Giorgio, Porto San Giorgio

È la canicola, troppo caldo per cuocere al sole, e sebbene una deviazione di alcuni chilometri per visitare l'antica Firmium avrebbe avuto il suo valore, dopo breve riflessione ho deciso piuttosto di fare un giro fra le fresche vie del paese di Porto San Giorgio.

Nella piazza prospiciente la stazione di Porto san Giorgio - Fermo ho mangiato una crepe con lo yogurt, in un esercizio chiamato appunto "yogurteria", e anch'io, come diverse persone sostanti sulla piazza, mi sono adagiato a riposare sulle panchine disposte in circolo, di sagoma tale da potercisi quasi sdraiare sopra senza sembrare necessariamente un barbone.

porto san giorgio

Erano quasi le tre di pomeriggio, che fare? Una certa curiosità di sapere di più sulla offerta culturale di queste contrade Fermiane ha avuto il sopravvento, ed ho pedalato per il centro in cerca dell'ufficio di informazioni per i turisti. In questo frangente ho dovuto fare i conti con un apporto antropico all'ambiente che può complicare la vita. Per lo meno quella di chi con un risciò si appresti a scendere e risalire una di quelle ripide strade che nei centri abitati della costa Marchigiana collegano il di qua con il di là della ferrovia (non a Pesaro però!). Mannaggia! E pensare che in tanti altri posti in italia dove una ferrovia interseca un centro abitato la viabilità si adegua ai passaggi a livello invece che a ponti e sottopassaggi... perchè qui no?!
Fatto sta che un paio di volte sono sdrucciolato nel punto più basso del viadotto e troppo improvvisamente per avere il tempo di mettere il cambio più leggero. Con la conseguenza che da fermo sul fondo della rampa non sapevo più come risalire, se non con estenuanti sforzi. Per un povero guidatore di risciò una tale situazione può causare verosimilmente calvizie e incanutimento precoci.

Comunque: l'ufficio per i turisti di Porto San Giorgio era sfortunatamente chiuso,

porto san giorgio, servizio turismo

...e a quel punto avevo solo una gran voglia di ascendere a Capodarco, il posto dove si trova la comunità che mi è stato consigliato di visitare.

capodarco

È una via che dalla statale si inerpica su di una altura collinosa attigua a quella su cui sorge Fermo. È il sole secante del meriggio, e la salita è più estenuante di come immaginavo.

porto san giorgio

Fra le frequenti pause sul percorso, per riprendersi della fatica, ecco una scoperta triste ed interessante ad un tempo. Un voluminoso roditore spinoso, l'

istrice

, una singolare fiera tipica di queste zone del versante adriatico, trucidato da un autoveicolo, destinato a decomporsi lentamente a bordo strada.

istrice

Il lungo rettilineo in contrada Monte Marino è evidentemente luogo di transito per numerosi ciclisti, infatti improvvisamente a lato della strada si nota una fontana chiamata appunto fonte del ciclista con annessa capannuccia dove, presumo, il ciclista spossato si può sedere, o dove forse durante le gare si appronta un qualche ristoro più gastronomico.

fonte del ciclista

Dopo un tranquillo quarto d'ora bevendo della fonte ho ripreso a salire per l'ultimo assolato tratto che mi ha portato fino a Capodarco.

capodarco

Prima di entrare nel centro abitato, ho preso la strada comunale Vallescura che mi ha portato fino al palazzo signorile che ospita la comunità. Ero assolutamente esausto, per non dire esanime, ed ho ritenuto opportuno riposarmi sorseggiando l'acqua in questa atmosfera magicamente pacifica. Una molteplicità di persone, alcune sulle proprie gambe, altre sedute su una sedia a rotelle e sospinti da altre, si aggiravano nel piazzale antistante l'ingresso, godendo i caldi raggi del tramonto nel cosmico silenzio in cui tutto sembrava avvolto. Persino la chiassosa vivacità di alcuni bambini, che giocavano attorno sul piazzale, sembrava assorbita dalla pace cosmica emanata da questo luogo.

Solamente diverso tempo dopo, ormai prossimi al crepuscolo, mi soffermai a parlare con un abitante della comunità originario di Roma, Sergio, che mi mostrava quello stupendo panorama che si estendeva sotto alla lieve altura su cui ci trovavamo.

comunita capodarco

Prima di ritornare a valle, ho ricevuto dall'amministratore della casa alcune utili vettovaglie di avanzo, quali frutta e pane, mentre lo stesso Sergio ha ritenuto opportuno che per scendere a valle nel fresco della notte avessi bisogno di un giubbotto imbottito, che ho promesso di restituirgli. Mi auguro di ritornare comunque presto in questo luogo, e magari restarci un po' ad aiutare.

La stessa strada della salita mi riconduce velocemente sulla statale adriatica nel buio del tardo pomeriggio. Verso le 7 di sera ero prossimo a raggiungere Porto Sant´Elpidio, e mi sono fermato ad un bar sulla statale chiamato "Ma Però" a bere qualcosa e a chiedere consiglio su dove andare a dormire. Siccome ero comunque infreddolito dalla corsa appena fatta sulla statale ho preso un the caldo, a cui con curiosità ho accompagnato dal banco dei dolci un pezzo di una torta che non conoscevo, chiamata "diplomatica", parola che altrove indica un tipo di liquore. Ma come mai si chiamerà così? In ogni caso, la barista e gli altri avventori del locale non se lo sapevano spiegare.

Poco dopo, oltrepassato il fiume Tenna, si raggiunge Porto Sant'Elpidio. La città, anch'essa versata al turismo balneare, è colma di locali gastronomici con tante insegne luminose che sfondano la notte. Una di esse in particolare mi ha colpito, perchè era stata appositamente appesa a testa in giù, espediente gia usato fra gli altri dal quotatissimo artista tedesco Georg Baselitz, il quale per valorizzare le proprie tele ha avuto la trovata di appenderle alle pareti delle gallerie sempre disciplinatamente rovesciate.

In via Trieste, prossimo alla spiaggia, ho trovato l'albergo che mi avrebbe ospitato, l'Hotel Pineta. Una volta parcheggiato nel garage sul retro, e accampatomi nella mia stanza, ho ancora mangiucchiato qualcosa di freddo, pane, maionese, frutta varia, e guardando stancamente la televisione già steso sul letto mi sono facilmente addormentato.



distanza percorsa km 28
peso lordo medio giornaliero kg 204
dieta/propellente giornaliero - 1 caffè;
- 1 briosche;
- 2 the;
- patatine fritte;
- 1 crepe con yogurt;
- 2 litri d'acqua;
- porzione torta diplomatica;
- pane con maionese;

- 1°viaggio: da Monaco di Baviera a Genova - 2°viaggio: da Genova a Roma - prosieguo del 2°viaggio: da Roma a Cittanova - 3°viaggio: da Cittanova (RC) a S.Giovanni Rotondo (FG)
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