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Dodicesimo giorno: da Porto S.Elpidio a Loreto

Sabato 2 Aprile 2011

Come andò che pedalando nel Piceno oltre la capitale calzaturiera e la zona che nutrì il nobil Recanatese, nel caldo meriggio ascesi alla Santa Casa della Vergin Madre.



L a nottata non è stata niente male nella stanza ad uso singola dell'Hotel Pineta.
Nei primi minuti dopo il risveglio ho avuto il piacere di fare la doccia in una stanza da bagno molto semplice ed efficiente, in quanto rinuncia sia al piatto doccia sia alla fastidiosa e fragile porta scorrevole che hanno le cabine doccia tradizionali. C'è solo il pavimento che incanala l'acqua con una lieve pendenza, e un separè fisso di vetro che trattiene il grosso degli schizzi d'acqua della doccia. Anche il colore verde lo trovo geniale!

bagno hotel pineta

E la pineta, da cui il nome dell'albergo, è un affascinante intrico di tronchi lunghi e sottili incurvati dal vento e stretti gli uni agli altri... bellissimo!

porto sant'elpidio

Uscendo dal paese verso nord si incontra un ottimo tratto di pista ciclabile adiacente alla carreggiata dei mezzi a motore, che conduce speditamente a Civitanova Marche, la capitale dell'industria calzaturiera.

civitanova marche pista ciclabile

Effettivamente oggi, che è sabato mattina, ci sono innumerevoli mercatini all'aperto di scarpe, ciabatte eccetera. Da lì mi sono lasciato condurre dal viale Matteotti sino ad una chiesa dall'aspetto davvero particolare, soprattutto per via del campanile, che a me ricorda un minareto. È la chiesa di Cristo Re.

Cristo Re, Civitanova Marche

Proseguendo ancora sulla stessa via rettilinea, mi è capitato di restare alcuni minuti in coda dietro ad una specie di cow-boy a cavallo, che cercava di far camminare il suo destriero secondo le regole del traffico, e gridando ogni tanto di non sorpassare troppo da vicino che così lo si spaventa.

cow-boy civitanova marche

Dopo poco il viale Matteotti mi ha portato fino alla spiaggia, ancora completamente priva di vita (umana).

spiaggia Civitanova Marche

A questo punto, era ormai mezzogiorno passato, ho chiesto ai passanti che mi hanno instradato verso un locale che ha l'internet pubblico. Passando attraverso un ennesimo sottopassaggio spaccaossa sotto la ferrovia sono cosi tornato nell'interno della città, e in via Saragat nel cafe Servidei mi sono immerso nella postazione internet per più di un'ora, accompagnato da un caffè americano -cioè molto allungato.

Dopodichè nel soleggiato ma sopportabile sole del primo pomeriggio ho proseguito nel centro costiero contiguo a Civitanova Marche, chiamato Porto Potenza Picena, la località a mare della più antica città di Potenza Picena.

Porto Potenza

Qui ho fatto una sosta per prendere qualcosa di sostanzioso per pranzo, e cioè da "Istanbul Kebab" un bel Döner Kebab e una lattina di limonata caffeinata. A fianco del negozio c'è una libreria dall'interessante insegna "Safarà" (in arabo "scoprire, esplorare")-"agenzia di viaggi mentali", che si concentra su libri di argomento misterioso, come per esempio le leggende intorno ai monti Sibillini.

proseguendo verso nord via da Porto Potenza, mi stavo avvicinando ad una zona di laghetti, chiamata Acquabona.

Acquabona

Nel frattempo constatavo presso una stazione di rifornimento che il prezzo della benzina si attestava sull'euro e cinquantacinque, mentre il "mio" continuava a dipendere dal prezzo dei generi alimentari.

carburante

Ero ormai nel territorio di Porto Recanati. mi trovavo quindi nei luoghi che avrebbero formato ed inspirato l'eccelso poeta Giacomo Leopardi.
Ma per essere franchi, credo che il Leopardi sia vissuto qualche decennio troppo presto per frequentare e metaforizzare le coste del suo proprio territorio. Che io sappia infatti, fino almeno all'ultimo quarto del 1800 nessuno si interessava di mare se non per pescare e navigare. Niente "sapore di mare" e niente "a-a-abbronzatissima". Non era il Novecento. Fosse vissuto più tardi, avrebbe magari scritto dell'infinito guardando al mare invece che all'ermo colle.

porto recanati

La città di Porto Recanati mi accoglie con uno stupendo prato coperto di fiori bianchi.
È sabato pomeriggio, e la città è gremita di vecchi, giovani e giovanissimi che passeggiano allegri dell'atmosfera primaverile di questo fine settimana. Un vero Sabato del Villaggio insomma, solo che invece che contadini qui i festanti sono per lo più collaboratori a progetto e aspiranti impiegati.

Ho compiuto alcune corse-taxi con alcuni giovani locali, che fra l'altro mi hanno condotto presso il municipio, un carinissimo palazzo bianco e rosa-giallino adorno di bandiere tricolori, atte a commemorare l'unità politica di codesta entità geografica posta al di qua delle Alpi.

Municipio di Porto Recanati

Ed eccomi di nuovo a contemplare il mare, il mare di Porto Recanati, la spiaggia vuota e solinga del meriggio primaverile, con la visione eterea sullo sfondo del promontorio del Cònero, dietro cui si nasconde ai nostri sguardi la città di Ancona..

Porto Recanati e Cònero

Ma prima che venga tardi arrivava il momento di lasciare questa amena località costiera per arrivare al luogo che mi sono preposto per pernottare, un luogo di cui ho spesso sentito parlare, un importante luogo di pellegrinaggio: Loreto.

Mentre le ombre già si fanno allungate a est, nella piazza del Castello Svevo, un ennesimo castello fatto costruire dal solito Federico II di Svevia, che campeggia anche nello stemma della città, raccoglievo le forze prima di affrontare una nuova salita.

Castello Svevo - Porto Recanati

La salita non è lunga, ma conduce verso ovest, quindi con il sole del tramonto dritto in faccia. Per fortuna che avevo appena fatto scorta in un diffuso supermercato tedesco del succo di mela e acqua gassata, che miscelati assieme costituiscono un ottimo sprint per tratti dove c'è da sudare.
Il primo tratto, costituito dalla statale 16 che circonda il monte Cònero prima di toccare Ancona, non è poi molto ripido, ed anche la provinciale SP77 che da essa si diparte per Loreto è per lo più in dolce pendio, ma quando si comincia a vedere in alto il cupolone del Santuario della Santa Casa, la salita si fa sentire più pesantemente.

Ponendo da parte uno scellerato orgoglio che mi avrebbe portato a raggiungere il santuario in sella al risciò su per un pendio durissimo e rischioso sia per la meccanica del risciò che per la mia, una volta raggiunta la rotonda di traffico con la grande immagine azzurra sul prato che dà il benvenuto ai visitatori di Loreto, ho cercato preventivamente un posto dove dormire e parcheggiare al riparo il risciò, per poi proseguire a piedi per il Santuario.

Loreto città di Maria

Dapprincipio sono salito all'ostello di cui avevo letto in internet, affatto lontano da lì, ma un volta lì ho scoperto che non era più un ostello, ovvero che i frati adibiti alla sua amministrazione ne avevano cambiato la modalità d'uso, riservandola per il pernottamento di soli gruppi e non di singoli. boh... in ogni caso, mi è stato in alternativa consigliato di provare alla casa Accoglienza San Giuseppe, poco oltre a salire per via san Francesco, una strada ripidissima.

casa accoglienza san giuseppe, loreto

Le sorelle addette all'albergo mi hanno accolto destinandomi una stanza. Mi è stato data una chiave con annesso un apparecchietto che si infila in una fessura e serve per attivare il sistema elettrico di tutta la stanza, quando si arriva, e a disattivare tutto automaticamente, quando si esce.

albergo casa accoglienza san giuseppe

A parte questo piccolo funzionale accorgimento, la stanza è davvero molto bella, e ho già la sensazione che qui dormirò benissimo.

loreto

Una volta rassettate le mie cose, vestitomi da domenica e parcheggiato il risciò nel giardino circostante la casa, sono ancora in tempo per assistere alla messa prefestiva che si svolge proprio a pochi passi, lungo la ripidissima via San Francesco.
La mia ombra è quella di un gigante steso sull'asfalto, prima che il sole inesorabilmente si nasconda dietro gli Appennini.

Sono stato nella chiesa della parrocchia della S.Famiglia e San Camillo, di moderna costruzione, fino alla fine della funzione religiosa.

Santa Famiglia e San Camillo

Ma all'uscita rimaneva ancora un po' di luce crepuscolare, per cui ho pensato di fare una passeggiata serale nella zona del santuario, che avrei visitato alla luce del sole l'indomani mattina. Sulla strada per il centro storico ho fatto rifornimento di carboidrati presso il panificio Bramante: un pezzo di focaccia con cipolle buona ma con poco sale, e una fetta di pane al formaggio con il tonno.

Il complesso attorno alla cattedrale-santuario della Santa Casa è grande e complesso, quindi magari ne scrivo nel testo di domani; fatto sta che sono arrivato nel piazzale di fronte alla basilica, e ho assistito ad una manifestazione di un gruppo di bambini accompagnati da educatori e suore, che tenendosi per mano in un grande cerchio cantavano gioiosamente canti religiosi che conoscevano a memoria. al di fuori del cerchio io ed altre persone assistevamo con gioia, e subito dopo ho posto alcune domande ad un uomo, il padre di un ragazzo che è venuto qui oggi per ricevere il Sacramento della Cresima in vista del proprio matrimonio.
Infatti sono venuto fin quassù, ma non so esattamente che cosa significhi per il pellegrino questo luogo sacro.
L'uomo mi ha spiegato che - "premesso che ci si creda" ha tenuto a precisare - in questo luogo si è materializzata per grazia divina la Santa Casa della Vergine Maria. Dentro la piccolissima costruzione, attorno cui è stata eretta la splendida cattedrale e tutto il resto, si può pregare dinnanzi ad una effigie lignea nera della Madonna.

Mi sono affrettato a tornare all'albergo, giacchè avrei all'indomani assistito alla prima messa nella cattedrale, alle 7 di mattina.



distanza percorsa km 33
peso lordo medio giornaliero kg 210
dieta/propellente giornaliero - 1 caffè;
- 1 caffè americano;
- 1 döner kebab;
- 1 limonata al caffè;
- 1 litro apfelschorle;
- 1 pezzo focaccia con cipolle;
- 1 pezzo pane con formaggio e tonno;
- 2 banane.

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