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Quinto giorno: da Termoli al Vasto

Sabato 26 Marzo 2011

Come andò che durante la perlustrazione del borgo storico di Termoli imparai a riparare una catena, e senza troppo periglio raggiunsi presto l'Abruzzo.



I l risciò è rimasto parcheggiato in un terrazzino a fianco dell'Hotel, di cui una stanza mi ha accolto con un confortante sottofondo di linea ferroviaria. A metà mattinata dopo la colazione in camper ero pronto a lasciare il parcheggio-area sosta di Riovivo sul risciò, portando il mio bagaglio, i miei genitori e me stesso su verso il centro storico di Termoli.

A questo proposito devo annotare che Termoli ha un sistema di strade che può dare problemi, poichè è costruita su due livelli altimetrici collegati da rampe più o meno ripide: uno è a 0 metri s.l.d.m., dove si trova la località Riovivo, mentre quello principale, su cui si trova il centro, è posto ad almeno una ventina di metri più in alto.
È un'altra splendida giornata di sole in un'altro splendido centro marittimo dell'Adriatico meridionale. Una sosta alla fontana per riempire le borracce, e poi giu verso il castello svevo.

Eccola, la fortezza eretta a difesa della costa già nell'alto Medioevo dai Longobardi a Nord del borgo. Anche qui nel Molise, come in tutto il viaggio lungo le coste del sud italia, incontro una massiccia traccia del regno normanno, che già nel XII secolo dominava tutto il Meridione, e che riadattò questa antica fortezza alle nuove esigenze strategiche. Oggi è stato invece adattato alle nuove esigenze della commemorazione dell'unità italiana.

castello svevo termoli

Dalla sponda della cittadella potevamo ammirare dall'alto la bellissima costa azzurra del nord-molise, oggi quasi simile ad un atollo tropicale.

Sotto di noi, come un affascinante istmo legnoso si poteva ammirare la prima di una serie di strutture costiere chiamate "Trabucchi", e che fungono o fungevano da piattaforme per la pesca, con la loro stretta passerella che ti conduce al largo. Quello sotto la rocca è un locale, un ristorantino o qualcosa del genere.

trabucchi a termoli

La cittadella presso il castello svevo è un quartiere ben tenuto, con ristorantini e case pittoresche, strade e piazze lastricate percorribili anche in risciò.

Come si può visualizzare da una tavola posta sul camminamento intorno alla città vecchia, il borgo ha la forma di un pollice puntato verso il nord sul mare, e innalzato rispetto al resto della costa. dalla punta del pollice si allunga nel mare verso oriente il molo del porto.

Dopo aver sostato un poco al sole e al vento fresco del parapetto, ci siamo diretti con il risciò su nell'interno del borgo vecchio.
Ed ecco che nello sforzo della salita sul lastricato di uno stretto vicolo, la catena non ce la fa. Si spezza all'improvviso.
Porca miseria, esclama mio padre... Ho fatto scendere i passeggeri, ho spinto il veicolo fino alla piazza del duomo, e con calma ho cominciato a ragionare sul da farsi.
Non ho mai riparato una catena di bicicletta, figuriamoci una di risciò. Ma quando era successo a Bari l'anno scorso, il possente collega barese con l'ausilio dell'aggeggio chiamato smagliacatena sembrava aver risolto senza troppa difficoltà.
D'altronde non avevo molta altra scelta: i termolesi presenti sul luogo del piccolo incidente mi facevano notare che di sabato, e per di più nell'ora della pausa pomeridiana, non si sarebbe trovato certamente nessun meccanico, figuriamoci uno ben disposto verso un veicolo insolito.
E così ho trafficato per un paio d'ore al veicolo, con le mani protette dal grasso da convenienti guanti da chirurgo, nel fresco vento primaverile abbattutosi sul piazzale del duomo, mentre il mio vetusto padre presagiva ad alta voce la conclusione prematura e sfortunata del mio viaggio adriatico, e la mia vetusta madre si intratteneva con alcuni vetusti termolesi ansiosi di venderle qualche litro d'olio e di vino locale.

Verso le tre di pomeriggio il danno era felicemente riparato, e siamo ritornati sul viale dei trabucchi.

Dalla punta nord del piccolo promontorio si godeva la veduta a oriente del grand eporto di Termoli, il luogo da cui certamente da tempi immemori le popolazioni al di qua e al di là del medio Adriatico hanno il lor punto di comunicazione privilegiato. Ancora oggi da qui si possono facilmente raggiungere in nave le isole dalmatine di Lastovo, Hvar, Brac, Korcula, oltre che le isole Tremiti.

Un'ultima sosta panoramica sulla piazza S.Antonio, su cui si affaccia il municipio, a rimirare l'intero complesso di castello, paese e trabucchi,

poi siamo stati brevemente a rinfrancarci con un cappuccino-merenda presso la caffetteria Senese in via Mario Milano di fronte all'ufficio postale (per me ho aggiunto al break un pacchetto di patatine a bastoncino).

Questo era tutt oda Termoli: ora erano già quasi le 4 di pomeriggio, e ho in programma di raggiungere il Vasto, una importante citta del sud dell'Abruzzo.
Ho riportato i miei genitori alla loro abitazione semovente, e mi sono augurato di incontrarci in serata in Abruzzo.
Mi rimane da ricordare che a Termoli, a causa degli strani e a volte sconvenienti (partenze in salita) sensi unici, oltre che naturalmente alla mia completa mancanza di orientamento, cercando di prendere la via per Pescara mi sono invece ritrovato giù di sotto nel porto di Termoli... prendendolo come segno del destino, ero lì lì per imbarcarmi per la Croazia!

Dopo mezzora alfine ero sulla scorrevole e diritta via verso l'Abruzzo.

termoli-vasto

Poco dopo scoprii che questa via diritta era stata percorsa prima che dagli antichi Romani, da tutti i mezzi motorizzati odierni e da me, soprattutto da una quantità infinita di bovini in transumanza. In particolare su questa tratta costiera, fra la valle del Pescara e Foggia, era il cosiddetto "Tratturo Magno". Una specie di autostrada naturale, larga decine di metri, creata e mantenuta attraverso i secoli dal calpestio continuo e pesante di tantissimi zoccoli

tratturo

Ancora qualche miglio e raggiungevo l'Abruzzo. Ma le insegne mi indicavano un'altra denominazione geografica, a me sconosciuta: "Trigno Sinello". Però... Suona bene, ricorda onomatopeicamente qualcosa di rustico, legato magari al grufolare di maiali da tartufo, o ad una razza particolare di verdura da minestra. Sono due piccoli fiumi che delimitano la fetta di territorio abruzzese su cui sorge Vasto. Quel territorio sarebbe appunto il Trigno Sinello. Potrei rinominare in tal guisa anche il mio luogo natìo: non più "Pra", ma "Varenna-Leira"!

trigno sinello

Una volta fermatomi a Marina di Vasto, ho cominciato a conoscere la faticosità dell'Abruzzo meridionale: mi sono fermato al Bar Caffè sulla statale 16 presso la contrada Buonanotte, e lì la signora Valeria mi ha gentilmente aiutato a trovare un posto dove far pernottare in sicurezza il camper con i miei genitori dentro, oltre che rifocillato con un caffè ed un dolce alla crema di limone.
L'ora successiva è stata piuttosto stressante: quello che non potevo dedurre dal mio vecchio stradario, è che la via che porta da Vasto Marina a Vasto Centro È lunga e ripida! L'ho percorsa ormai nell'oscurità intorno alle 8 di sera, ed è stata una bella sudata, nonostante la temperatura fresca. Inoltre da via Donizetti in su la strada era mal illuminata, curva e molto trafficata da auto particolarmente veloci. Quindi...un certo fastidio! Eppoi sempre il già risaputo problema delle vecchie zie (ed anche qualche vecchio zio) che non si accorgono di guidare con gli abbaglianti accesi. CHE LI SPENGANO!

Una volta arrivato alla rotonda in cima a via Istonia, ho cercato come mi era stato indicato il parcheggio presso la stazione dei vigili urbani, raggiuungendolo da lì a breve scendendo da corso mazzini fino all'incrocio fra via Giulio Cesare e via Bachelet.
Qui, assicuratomi che fosse il posto adatto a pernottare discorrendo a lungo sulla eventuale storia criminale della città con un simpatico signore che portava a spasso per il parcheggio i suoi amati cani, mi feci raggiungere dal camper, che aspettava a valle che comunicassi le coordinate del luogo dove incontrarci. Era facile, bastava chiedere della centrale dei vigili, purtuttavia trascorsi ancora circa tre quarti d'ora a chiacchierare amabilmente con quel signore accarezzando i suoi cani, prima che il camper arrivasse.

vasto, ampio parcheggio

In pochi minuti eravamo già acquartierati per la nottata, io ho dormito di sopra, gli altri due di sotto, il risciò accanto al camper. Ho dormito con un occhio chiuso e l'altro aperto, anche se potevamo godere dell'impressione che la polizia di stato dal palazzo innanzi il parcheggio vegliasse solerte sulla nostra quiete notturna.



distanza percorsa km 34
peso lordo medio giornaliero kg 220
dieta/propellente giornaliero - 2 caffè ;
- pane burro e marmellata ;
- 1 l acqua ;
- 1 cappuccino ;
- 1 pacchetto di patatine ;
- 1 uovo ;
- alcune arance;
- 1 croissant alla crema.

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