In risciò da San Giovanni Rotondo a Bologna | ||||||||||||
Diciottesimo giorno: da Riccione a Forlì Venerdi 8 Aprile 2011
Il sole ancora basso cominciava già a infiltrare i suoi caldi raggi fra gli alberi e i villini, e nelle vie circostanti tutte chiamate con nomi di musicisti italiani del passato.
In realtà era già più tardi di quanto mi ero ripromesso come ora del risveglio, considerato che oggi devo percorrere una distanza doppia rispetto alle solite tappe.
A passo svelto sono poi sceso alla sala a piano terra dove era preparato il tavolo e il buffet per la colazione. Quest'ultimo presentava, fra tante buone cose dolci, dei deliziosi fagottini ripieni.
La luce del mattino che illuminava il tessuto del tavolo preziosamente ricamato, le candide stoviglie e le vivande suscitava in me un inconcepibile sentimento di bellezza e pace.
Ho cominciato la pedalata che mi avrebbe portato in pochi chilometri fino alla città di Rimini, sennonchè appena poche pedalate via dall'albergo, sul viale D'Annunzio, ho incontrato un gruppo di uomini attivi nella politica e nell'economia della città romagnola. Uno di costoro, Cevoli, è, per combinazione, strettamente imparentato con una riuscitissima maschera romagnola conosciuta anche nel resto della penisola come "l'Assessore".
Proseguendo ancora un po', presto ero entrato nel territorio di Rimini, dove un manifesto elettorale "marinaro" è per un visitatore straniero un tantino comico.
Nella frazione di Miramare è un tripudio di tamerici tempestate di teneri germogli, mentre da qualche parte acacie fiorite spandono il loro profumo dolciastro
Si succedono diverse località marittime che appartengono al territorio di Rimini,Miramare, Rivazzurra,Marebello,Bellariva... a nord del porticciolo degli yacht -che fantasia!- il posto invece si chiama... Rivabella!
Quando tutt'a un tratto là sul lungomare adiacente alla sterminata spiaggia - CARRAMBA!! - non credo ai miei occhi: davanti a me del tutto casualmente va a passeggio Peppe il Gemello, un amico d'infanzia dalla Calabria, eccelso chitarrista, che non vedevo da una vita! E io che pensavo queste coincidenze accadessero solo nei film e nei romanzi picareschi!
Come se non bastasse, non a placare ma a prolungare il mio attacco di riso isterico misto a pianto, passava di là un buffissimo uomo completamente vestito di giallo canarino.
Purtroppo non c'era tempo per passare del tempo assieme, loro erano in pausa dal lavoro... ma i divertimenti inaspettati sul lungomare non erano finiti, poco dopo infatti ho scorto un risciò di quelli tipici della riviera adriatica, quelli dove 2,3 o 4 persone pedalano allo stesso tempo.
Erano 3 ragazzi i quali, sommando le forze delle loro 6 gambe, procedevano assai veloci, tanto che con fatica potevo raggiungerli.
Così sono arrivato al punto della spiaggia dove diverse persone stavano erigendo una enorme scultura fatta di sabbia.
All'incirca in quella zona dovevo dire informalmente addio alla lunga statale 16, che avevo percorso fedelmente per due settimane, altrimenti avrei proseguito lungo la costa adriatica fino a Ravenna.
Nel mio background culturale la parola Rimini si associa a due elementi ben distinti e separati fra loro: uno consiste in una serie di film leggeri che da bambini si vedeva in televisione, i cui protagonisti vivevano avventure goliardiche sulle spiaggie della città, mentre l'altro è la reminiscenza di lezioni scolastiche, di letteratura e di storia dell'arte, ove Rimini sotto la signoria Malatestiana giocava un ruolo importante nella politica e cultura del Rinascimento.
Entrando nelle vie del centro, mi sono soffermato a sbirciare dietro i vetri protettivi di uno dei siti archeologici della antica città Romana. Questo in particolare, la domus del chirurgo in piazza Ferrari, doveva essere proprio come uno studio medico di oggi, con la sala d'attesa, gli strumenti del mestiere, una certa preziosità degli arredi.
Poi sono giunto in piazza Cavour, dove si affacciano il teatro "Amintore Galli" e il Palazzo dell'Arengo, sede del potere civile in età medievale e oggi annesso agli attuali uffici del Comune. Al centro della piazza allungata si trovano la Fontana della Pigna, che pare servì di ispirazione a Leonardo da Vinci per un suo progetto idraulico, e il monumento a papa Paolo V, che sembra ammonirci di qualcosa con il dito alzato.
In piazza Cavour c'è stata una breve discussione con alcuni tassisti che qui hanno la loro stazione di attesa. i due servizi di trasporto di TAXI e RISCIÓ comunque non si intersecano, l'uno veloce e per lunghe distanze, l'altro più lento e per brevi distanze I tassisti sembrano inoltre timorosi che l'amministrazione comunale si lasci andare ad atti di populismo comprando veicoli e pagando personale per un trasporto cittadino più ecologico, e la mia presenza nella piazza del municipio viene avvertita come un "suggerimento" sconveniente all'assessore competente (il quale casualmente in quel mentre passa camminando poco lontano). Per quel che riguarda invece il traffico ciclistico privato, ho immortalato almeno uno di diversi carinissimi accessori per biciclette, come parabrezza, seggiolini e portapacchi con design moderni e accattivanti. Percorrevo intanto corso d'Augusto alla ricerca del famoso Tempio Malatestiano, che nel libro di storia dell'arte del liceo campeggiava nel capitolo sull'architettura del Rinascimento.
Ed ecco che, svoltato in via 4 novembre, già intravvedevo la bianca facciata dell'edificio religioso (si chiama Tempio per via della forma, ma è un Chiesa), e contemporaneamente mi accorgevo che non era lo sconnesso pavimento stradale di pietre a rendere faticosa la mia pedalata, bensì una delle due ruote posteriori del risciò, che era completamente sgonfia!
Non è stato necessario più di qualche secondo per capirne la causa, che è un classico: una puntina da disegno si è ficcata nel copertone ingentemente usurato, bucando la camera d'aria.
Senza voler perdere troppo tempo al prosieguo della tappa di oggi, ho appoggiato il telaio sul muretto di fronte al tempio, a mo' di cric, e ho cominciato ad armeggiare con l'equipaggiamento apposito, onde sostituire la camera d'aria.
E persino in questo frangente di nervosismo e potenziali imprecazioni, in questo che si mantiene ciononostante un giorno di lieti incontri si offre di aiutarmi una giovane famigliola Romagnola, papà, mamma e bimbo, per caso in visita alla città rivierasca. Pochi minuti dopo ero già su viale Tiberio, la strada che attraversa il ponte di Tiberio sul vecchio corso del Marecchia e che rappresenta il crocevia da cui si dipartono le due strade Romane, la via Emilia che segue l'appennino verso Piacenza, e la via Popilia (qui via 23 sett.1845, data importante del Risorgimento riminese) che porta a Ravenna e Padova.
È già ormai l'una del pomeriggio e il sole spacca. cionostante presso l'abitato di Santa Giustina degli operai stanno scavando un fossato a lato della strada, una canaletta, mentre un'altro sta falciando l'erba.. e siamo nell'ora in cui nessuno a sud di Roma salterebbe la pausa pomeridiana!
Si tratta di una fantastica idea di arredo pubblico messa in atto dalla casa editrice Maggioli, che sulla via emilia ha la sua sede. Ancora nel territorio di Sant'Arcangelo di Romagna mi sono fermato per rifornirmi di liquidi e sostanza, nella fattispecie il latte crudo che si ottiene infilando una monetina da un euro nel distributore automatico. Gli utenti del distributore che mi precedevano ne hanno preso a decine di litri, per farne il formaggio. L'ho bevuto sorso a sorso nella successiva mezz'ora con gran sete.
Verso la fine del territorio di Sant'arcangelo si incontrano una serie di rotonde di traffico presso un cimitero, mentre i rari ciclisti o automobilisti che mi superavano avevano altre frasi pronte rispetto a quelle che mi venivano di solito indirizzate nell'italia peninsulare: frasi del tipo:"Ma non è possibile, non ce la fai con 1 kg!" vengono sostituite da altre del tipo: "Anche meno (di 1 kg di pasta)!" oppure, come mi disse quel ciclista veneto 4 anni orsono: "Mi me basta un litro de vin!"
poi seguendo le insegne per Forlì/Cesena, presto si arriva a Savignano sul Rubicone, un ruscelletto di pochi metri ma storicamente assai importante
Eccomi sul luogo storico dove Giulio Cesare di ritorno dalle guerre contro i Galli scatenò la guerra civile, superando con le sue truppe questo che era l'allora confine fra Gallia Cisalpina e Italia e pronunciando la famosa frase: "Il dado è tratto"
Dopo ponte Ospedaletto (comune di Longiano) mi è capitato di incontrare un giovane chiamato Marco Missiroli. Qui siamo infatti nella località chiamata Case Missiroli, e costui è un discendente del Missiroli che ha edificato l'area. È un brav'uomo, e ha contribuito con un grande aiuto a finanziare la tappa di oggi. Grazie Marco! Poi, invece di prendere la via Emilia Levante, fidandomi di un bel cartellone blu affisso ad un cavalcavia, che diceva "forlì - dritto di qua", mi sono immesso nella cosiddetta secante, in realtà, come un cartello di troppo successivo mi informava, vietata a cicli e motocicli.
A poche centinaia di metri dall'entrata della strada mi sono completamente pentito di averla imboccata. Alla prima piazzola di sosta a bordo strada mi sono fermato a commiserare il mio errore con due giovani a bordo di una vespa rossa. Si trattava di un personaggio conosciuto come il "Falco" da Montesilvano ed un suo compaesano, al loro secondo giorno di un tour d'Italia in vespa, documentato da una serie di video su Youtube. Il "Falco" è conosciuto fra i tifosi di calcio come colui che - da spettatore - in diversi match internazionali di calcio è sceso clamorosamente in campo aggirando la sorveglianza. La strada continuava diritta e ultraveloce, e ben presto lo stress mi ha spinto a riprendermi ad una stazione di servizio Agip. Qui ho preso una camomilla calda, e un bottiglino di ottimo succo di mirtillo e sambuco, un refrigerio sostanzioso dalla spossatezza da cui ero stato colto. Ma il peggio doveva ancora venire...
Eccomi ben presto al fatidico tunnel infernale, che, denominato "secante", attraversa per oltre 1 chilometro sottoterra la zona nord di Cesena. Beh, uscito da quell'inferno buio mi sono dato un pizzicotto per essere sicuro di essere ancora vivo, poi sono uscito dalla strada e mi sono ritrovato in un piazzale presso l'ippodromo del Savio, dove in una piadineria chiamata "Micamat" mi è stata offerta una piadina con rucola e cipolla rossa, e una lemon-soda, ottima occasione per riprendermi un po' dallo shock del tunnel.
E si prosegue oltre Diegaro sulla via Emilia.
...salendo per circa un chilometro presso Capocolle di Bertinoro, e giù avanti verso la prossima città, chiamata Forlimpopoli, la Forum Popili di epoca romana, mentre la marcia verso ovest nel tardo pomeriggio è otticamente assai fastidiosa. prima di entrare in Forlimpopoli la casa cantoniera ci avvisa che abbiamo raggiunto il km 39 della via Emilia.
poco oltre si attraversa il fiume Ronco nella omonima periferia di Forlì, ove presso la rotonda di traffico si può decidere se andar su per Predappio, un paesino negli appennini noto per essere il luogo di origine del dittatore italiano Mussolini.
Fin dentro il centro di Forlì ho potuto procedere interamente sulla pista ciclabile, che percorre viale Roma
...sormonta la tangenziale est,
...e prosegue diritto fino a piazzale della Vittoria, sovrastato dalla sua colonna su cui è appollaiato un fiero volatile di bronzo che rappresenta la vittoria (è un monumento ai caduti). Se un passante non me lo avesse spiegato, a me pareva nella fioca illuminazione notturna piuttosto un orsetto di bronzo. I palazzi e le chiese suggestivamente illuminati mi davano della città un'impressione affascinante.
Lungo corso della Repubblica giunsi a piazza Aurelio Saffi, che sembra essere il centro geografico della città
È ancora l'ora dell'aperitivo, ma qui sembra piuttosto che in questa ancora tiepida fascia oraria serale tutti preferiscano mettersi seduti in mezzo alla piazza, in un surreale silenzio. Eh si, c'era un silenzio unico, nonostante la piazza fosse piuttosto popolata.
E giusto in tempo per l'ora di cena giungevo in quel di Villanova a Forlì, sulla via Emilia in direzione di Faenza, dove nei pressi, in un quartiere le cui strade portano nomi dei quattro elementi aristotelici i miei gentili ospiti mi aspettavano per la cena.
Il pasto è stato quanto di più delizioso e piacevole potessi aspettarmi, ma ancora più piacevole è stato sedere a tavola in questa famiglia, e discorrere del più e del meno gustando il pesce fresco e sorseggiando morigeratamente il buon vino bianco. |
distanza percorsa | km 70 |
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peso lordo medio giornaliero | kg 208 |
dieta/propellente giornaliero | - 3 fagottini ripieni di marmellata;
- 1 the verde; - 1 litro di latte intero crudo; - 1 succo di mirtilli e sambuco; - 1 bibita gassata; - 1 piadina; - pasta con pesce fresco e gamberoni; - 1/4 di vino bianco |
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