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Quindicesimo giorno: da Ancona a Senigallia

Martedi 5 Aprile 2011

Come andò che mi inoltrai oltre i confini del Picenum fino all'antica Sena Gallica, su una landa pianeggiante che non solo foneticamente è assimilabile all'ambiente della Piana del Padus.



I l tempo è cambiato. Guardando fuori dalla finestra dell'hotel Gino, ove ho trascorso la mia seconda e ultima notte, si nota fin dal primo mattino un forte rannuvolamento, ma il tempo sembra reggere.
Dopo aver preso la colazione dell'hotel, cioè un cappuccino ed una briosche al cioccolato, ho preparato il risciò, ancora parcheggiato nella saletta dei videogiochi/videopoker a fianco all'entrata.

risciò parcheggiato  nell'hotel Gino - Ancona

Appena uscito fuori dall'hotel sulla via Flaminia cominciava a piovigginare, ma in modo tale da permettermi di proseguire per un bel pezzo verso nord.

Ho fatto sosta ad uno spiazzo colmo di differenti e multicolori contenitori dell'immondizia, dove con un po' di lavoro ho diviso il contenuto del sacchetto di "rumenta" che avevo accumulato negli scorsi due giorni e che mi portavo dietro da quando avevo lasciato l'albergo.
Ultimamente ci sono prescrizioni più dettagliate per la suddivisione dei rifiuti, e questo si nota dal cresciuto numero di contenitori multicolori che adornano le città del norditalia (penso di poter dire, superata Ancona, di essere in norditalia, dopo che a Loreto fra i vari negozi di souvenirs alcune cartoline scherzose portavano indifferentemente i testi "Saluti dalla Terronia" e "Saluti dalla Polentonia").

raccolta differenziata - Ancona

Proseguendo lungo la via Flaminia, che segue il litorale adriatico fino a Falconara Marittima, alla stazione AGIP a Palombina Nuova mi sono fermato a prendere un caffè d'orzo. Il ragazzo alla pompa di gasolio aveva un accento decisamente più romagnolo che la gente di Ancona.

Ancora in territorio Anconetano, il cielo non si è più trattenuto: Ha cominciato a piovere in modo torrenziale, per cui non mi è rimasta altra scelta che srotolare il tettuccio anteriore, sedersi nella cabina del risciò, e esercitare sedentarie facoltà intellettuali, tipo leggere, scrivere e ascoltare la radio, mentre il tempo si calmava.

acquazzone a Falconara Marittima

Passato oltre Falconara Marittima intanto era l'una, ed appena giunto presso lo svincolo con la statale 76, ad un grosso ipermercato chiamato Ipersimply ho parcheggiato per una sosta-pranzo. Il tempo era tornato limpido, l'aria piacevolmente rinfrescata.

castelferretti

La mensa all'entrata del grande mercato è sublime, ed i prezzi relativamente bassi. Si trattava, fra le altre prelibatezze, di una pizza-focaccia con le melanzane e/o zucchine fritte e il pangrattato sopra.

Mi trovavo in una zona industriale nei pressi di Castelferretti e dell'aeroporto di Falconara, ed una strada parecchio dissestata mi stava riportando sulla statale 16.

falconara

Basta seguire le indicazioni per Pesaro.

falconara

Lasciatami alle spalle questa mulattiera, ...

castelferretti

...la statale 16 ha invece l'aspetto di una autostrada, larga e rettilinea, con un notevole traffico di grossi tir. Il vento soffia da nord, a mio sfavore.

Appena poco dopo essere rientrato nella statale adriatica, presso la stazione di rifornimento del gruppo API mi sono fermato ad ammirare il paesaggio straniante di un enorme complesso industriale, costituito da innumerevoli torri e serpentoni d'acciaio.

Fiumesino

Proseguendo oltre il Fiume Esino nel territorio di Montemarciano, improvvisamente mi rendevo conto di quanto l'ambiente fosse qui differente dalle contrade più a sud appena attraversate: gli alberi sono infatti ora solo caducifoglie, quali aceri, frassini, mentre qua e la si vedono fra le case degli abeti, e non più solo pini, come finora era stata la norma. L'aspetto generale della flora arborea infatti, a inizio primavera, è in questo periodo dell'anno molto simile a quello della flora mitteleuropea, con tutti questi alberi spogli che a malapena iniziano ora a colorare di tenero verde i loro rami.

montemarciano

E poi la stessa concezione delle case e dei giardini, che potevo dedurre osservando quelli che qui e là fiancheggiavano la strada, è assai diversa da quella peninsulare e orientale, basata su un muro perimetrale esterno che racchiude il giardino e la casa. Qui la casa, per lo più isolata dalle altre abitazioni, presenta fra sè e la strada un giardino di alberi da frutto, fiori e ortaggi, di aspetto ordinato, aperto di fronte, spesso delimitato solo da uno steccato basso o una siepe che non dividono così drasticamente il privato dal pubblico.

Lungo il rettilineo che a fianco della ferrovia costiera conduce a Marzocca, frazione di Senigallia, ho occasione di sgranocchiare le giuggiole secche che ho acquistato dal signor Chen ad Ancona, creando idealmente con i noccioli sputati ad intervalli regolari a bordo strada una futura siepe commestibile.

senigallia

Senigallia era ed è l'avamposto sud della cultura celtica. Basti pensare come proprio fra Senigallia e Ancona giaccia, e ad Ancona solo debolmente, il limite meridionale di quello speciale accento che, visto in grandi linee, hanno in comune i bavaresi, i francesi, i cechi, i liguri di oggi. Gente che vive dentro o attorno alla cosiddetta Mitteleuropa, appartenenti a nazioni oggi ben distinte, ma che porta in seno tracce di popolazioni celtiche che vivevano e interagivano più o meno amichevolmente, grosso modo in queste stesse aree, prima della conquista romana.
Se finora, da Alba adriatica in su potevo parlare di Piceno, riferedomi alla ripartizione etnico-geografica fatta dai romani 2000 anni fa, da qui verso nord si sente di poter parlare di Gallia Cisalpina, ovvero il territorio storicamente controllato dalle diverse tribù di Celti stanziate al di qua dell'arco alpino.

Oggigiorno Senigallia non rappresenta forse più alcun limite geografico o etnico, però...parlata dialettale a parte, cotali luoghi adibiti allo yoga non li avevo ancora visti altrove a sud di questo antico avamposto Gallico...fanno molto Mitteleuropa!

senigallia

Appena giunto nella città, ho cercato la collezione civica Giacomelli, un museo che raccoglie soprattutto opere fotografiche di valore storico ed artistico. Per giungervi ho girato attorno al teatro La Fenice, un edificio moderno che sovrasta le vestigia ancora visibili della Sena Gallica di epoca romana, e ho percorso la via Pisacane sobbalzantemente lastricata.

senigallia

La visita alla collezione civica Giacomelli, che si identifica con il museo chiamato "Musinf", è completamente gratuita.

giacomelli

Inizia con una incursione nei bagni, dove...la maniglia della porta è straordinariamente alta, sarà almeno ad altezza 1,40cm!
La sala principale mostra fotografie in bianco e nero di Mario Giacomelli, un artista di Senigallia di fama internazionale, di cui molte si dedicano alla tematica dei "preti felici", come quella dei preti che fanno il girotondo, mentre altre mostrano la terra arata con un'armonia e una poesia particolari. In un'altra sala vi era un'esposizione dedicata alla fotografia cosiddetta stenopeica, corredata con gli strumenti per produrla e adorna di immagini prodotte dalla fotografa Giulia Marchi.
Al piano superiore poi un ampio spazio era riservato a diversi fotografi-artisti che probabilmente sono nomi conosciuti nella storia della fotografia italiana, fra cui Ferruccio Ferroni (vedi "la sposa fuggita") o Silvio Pellegrini (autore di stupendi ritratti). Quasi tutte fotografie in bianco e nero, le opere hanno in comune l'essere scaturite nell'ambito della associazione fotografica "Misa", attiva a Senigallia negli anni '50 (Misa si chiama il fiume che bagna Senigallia).

Il pomeriggio era ancora lungo, così mi sono fatto guidare dai passanti verso un altro bel posto da vedere, e sono arrivato alla Rocca Roveresca, isolata da un fosso e collegata da una passerella alla piazza antistante, ovve in quel mentre parecchi bimbi si intrattenevano con le loro mammine.

castello

Mi sono avviato con il risciò lungo la passerella per entrare nel cortile interno, ma i guardiani mi hanno bloccato, spiegandomi che l'ingresso è a pagamento, e ...a piedi. Però pensate che forte nel Medioevo: facevano i palazzi e le fortezze in modo tale da poter cavalcare fin dentro, a volte anche su per le scale dei bastioni in sella al cavallo...si vede che come cavaliere non sono riuscito convincente...

Senigallia così, a prima vista, mi da l'impressione di una città toscana, con il suo gran fiume, con le strade lastricate armonicamente disposte nello spazio urbanistico, con parole strane scritte qua e là come "Norcineria"(?). Mi pare anche che molte persone abbiano una punta di accento toscano nella parlata.

Intanto il sole cominciava a tramontare, così ho cercato un alberghetto dove dormire. I passanti mi hanno indirizzato all'albergo Moretti, in via Raffaello Sanzio, poco fuori dal centro. Qui ho ricevuto un garage chiuso e riparato dove custodire il risciò, e per me medesimo una stanza...

albergo moretti

... con bagno.

albergo moretti

Mi sono lavato e vestito più civilmente (jeans e camicia) e sono di nuovo uscito per fare un giro per la città a piedi. Poco lontano mi sono imbattuto in un monumento storico che ricorda la presa di Senigallia nel 1860 da parte delle truppe Piemontesi. Di lì a poco avrebbero assoggettato le intere Marche e l'Umbria, riducendo lo Stato Pontificio al solo Lazio.

Della cinta di mura che doveva difendere la città natale dell'allora Papa Pio IX non rimane che la porta di accesso, da cui le truppe sabaude sono allora entrate in armi.

Ben presto subentrava la notte, e ho acquistato da un alimentari in via Cavour chiamato "da Mirò" un pezzo di buon formaggio locale e pane per cenare. Prima di rincasare e coricarmi ho trascorso un'ora o poco più ad una postazione internet in via Mamiani che era allo stesso tempo anche minimarket di cibi orientali e macelleria.



distanza percorsa km 29
peso lordo medio giornaliero kg 205
dieta/propellente giornaliero - 1 cappuccino;
- 1 briosche al cioccolato;
- 1 caffè d'orzo;
- 1 porzione focaccia con melanzane;
- 1 porzione focaccia con zucchini;
- 100g di giuggiole secche;
- 100g formaggio;
- 100g pane;
- 1 litro d'acqua.

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